La giornata di domenica in ottica olimpica è stata davvero drammatica per lo sport italiano, arrivato a Parigi con il sogno delle 50 medaglie e un record storico da catturare. In un solo colpo l’Italia ha perso tra carte da medaglia quasi scontate: Abbes, grande favorito nei pesi massimi del pugilato sconfitto dall’uzbeko Mullojonov, la portabandiera Arianna Errigo, fuori ai quarti nel fioretto femminile contro l’americana Scruggs e la due volte medagliata ai Giochi Olimpici, Odette Giuffrida, che perde nel judo sia in semifinale che nella finale per il bronzo senza subire un punto a sfavore, ma sempre per tre shido comminati dalla stessa arbitra, la rumena Ioana Babiuc.
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Il furto ad Abbes
Questa strana coincidenza ha aperto un caso che collega questi tre fatti insieme ad altri che stanno accadendo in queste Olimpiadi. Negli sport sottoposti a giudizi da parte degli arbitri l’Italia è sfavorita quasi sempre, in una maniera che sta diventando sospetta. I tre casi citati gridano vendetta. Il furto ad Abbes è stato evidente, ma il pugilato per questo motivo è destinato a uscire dai Giochi. Seconda e terza ripresa dominata dall’italiano, con colpi secchi e potenti, molto evidenti, ma i giudici hanno visto addirittura un 4-1 per l’uzbeko, un verdetto choc che ha fatto tuonare anche il presidente della Federazione pugilistica italiana, Flavio D’Ambrosi, il quale ha scritto sui social della sua volontà di uscire da questo mondo.
Le penalità a Giuffrida
Di Odette Giuffrida è stato accennato. Come è possibile ripresentare la stessa arbitra che ha negato la finale a Odette per la finalina che valeva il bronzo? Il terzo shido (che poi sarebbe il sesto in due sfide) dato all’italiana è stato comminato senza un senso, lo meritava la brasiliana Larissa Pimenta che stava ostacolando gli attacchi della nostra judoka, ma l’arbitra ha deciso di punire anche Odette, incredula ma capace di andare a complimentarsi con l’avversaria piangente di gioia. Un atto da vera principessa, come Odette ha sempre ampiamente dimostrato.
L’ultima stoccata di Errigo
Infine Arianna Errigo, che recupera sull’americana poi argento olimpico, ma si vede sconfitta all’ultima stoccata in una ricostruzione abbastanza fantasiosa del gruppo arbitrale, perché anche dalle immagini si nota come le due atlete siano partite in contemporanea nei loro attacchi e come fosse almeno un colpo da far ripetere.
Non solo una coincidenza
Questi tre fatti, insieme alle parole di D’Ambrosi e all’indignazione provata dai tifosi italiani, apre a una riflessione. L’Italia ha grandi atleti, potenziali medaglie olimpiche in quasi tutte le discipline e può fare percorsi degni di scrivere la storia. Altrimenti non si sarebbe parlato di 50 medaglie per questa edizione. Ma l’influenza politico-sportiva dov’è? Inutile nascondersi. In tanti sport, e la storia lo insegna come un libro tante volte letto, l’influenza politica di determinate nazioni ha dettato le medaglie e creato i miti in alcune discipline. Già Stalin diceva che con lo sport si fa politica e anche oggi, con sfide incrociate tra i colossi del mondo (anche emergenti come l’India che ha investito tantissimo nello sport in questi anni) questo assunto è molto valido.
L’Italia che cosa rappresenta in mezzo a questi interessi fortissimi? Un Paese piccolo e capace di un flebile suono lamentoso che nessuno ascolta. Tanti hanno chiesto a Giovanni Malagò, presidente del Coni, di farsi sentire. Una piccola nota di leggero fastidio sembra essere stato proprio quel sibilo che nessuno ha ascoltato.