“Preoccuparsi della situazione nelle carceri non significa essere lassisti o ridurre le pene per i reati. Si risolve il problema nelle carceri migliorando le condizioni di vita negli istituti, con un trattamento dignitoso per chi è detenuto e per chi opera nella Polizia penitenziaria”. Con queste parole il leader di Forza Italia Antonio Tajani mette una pietra tombale sull’ipotesi di uno svuota-carceri, una misura una tantum capace di far uscire subito una parte dei detenuti reclusi nel nostro Paese e tamponare l’emergenza sovraffollamento. Il partito azzurro finora è stata l’unica forza di maggioranza ad appoggiare implicitamente una soluzione di questo tipo: prima facendo incardinare in Commissione Giustizia alla Camera (grazie al vicepresidente Pietro Pittalis) il ddl del renziano Roberto Giachetti che vuole moltiplicare gli sconti di pena per “buona condotta“, poi proponendo a sua volta (con il senatore Pierantonio Zanettin) un maxi-potenziamento della semilibertà. Entrambe le iniziative, però, si sono scontrare con il niet degli alleati di Lega e Fratelli d’Italia: l’unico intervento del governo sul tema finora è stato un impalpabile decreto-legge firmato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio – in via di conversione – che si limita a semplificare leggermente l’iter giudiziario per accedere alle misure alternative.
Così ora Tajani fa rientrare gli azzurri nei ranghi. In una conferenza stampa convocata sull’argomento insieme al leader del Partito radicale Maurizio Turco (oltre a Zanettin, Pittalis e il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto), il segretario si limita a lanciare una serie di iniziative simboliche di “comune sentire operativo” (tra cui un monitoraggio e un piano di visite nelle carceri) e mette le mani avanti: “Non c’è un intento polemico, la nostra è un’iniziativa costruttiva. Siamo in perfetta sintonia con le iniziative di Nordio e del governo”, giura. E quando Turco chiede un’amnistia si smarca subito: “Non abbiamo mai parlato di amnistia, che è una posizione del Partito radicale italiano. Con loro abbiamo un accordo politico, ma l’amnistia non è la posizione del governo né di Forza Italia. Non è nel programma di governo e non l’abbiamo chiesta”, sottolinea. E a una domanda sull’affossamento del ddl Giachetti, rinviato in Commissione dopo l’approdo in Aula senza relatore, risponde che il testo “aveva alcune cose positive”, ma “diventa superfluo” con l’approvazione di alcuni emendamenti (dal peso specifico piuttosto scarso) di Forza Italia al decreto carceri.
D’altra parte lo sfavore del partito per gli sconti di pena emerge chiaramente dal documento presentato in conferenza stampa: “Forza Italia, anche relativamente al “decreto legge carceri”, ribadisce la propria concezione della pena non “carcerocentrica” ma “umanocentrica“, stimolando il ricorso, oltre che al lavoro carcerario ed extra, a pene sostitutive, misure alternative (rivolte anche a favorire la riabilitazione in comunità per i tossicodipendenti), esecuzione penale esterna, giustizia riparativa e ai percorsi riabilitativi, quali strumenti affidati al prudente apprezzamento del giudice, al riparo da automatismi che possono comportare squilibri e disapplicazione dei principi”, si legge. “È necessario soccorrere la magistratura di sorveglianza perché con interventi logistici e, ove occorra, normativi, possa più agevolmente raggiungere l’obiettivo della corretta ed efficace applicazione delle misure alternative, in tempi ragionevoli”, prosegue il testo.