Si chiude la vertenza dello stabilimento Wärtsilä di Bagnoli della Rosandra, vicino a Trieste. Con un accordo di programma firmato al ministero delle Imprese e del Made in Italy va quindi in archivio una disputa durata due anni. Il sito verrà rilevato da Msc per la simbolica cifra di 1 euro: la società di Gianluigi Aponte avvierà una produzione di carri ferroviari tecnologici, 1.500 unità l’anno a regime dal 2027, assorbendo i 261 lavoratori in esubero.

Con la firma del documento, Msc si impegna formalmente – tramite la neocostituita società Innoway Trieste, che vede come soci paritetici il Gruppo Msc e Innofreight – alla riconversione dello stabilimento e alla attuazione del piano industriale nei prossimi mesi con un investimento da circa 100 milioni di euro. All’azienda finlandese, invece, restano le altre sedi italiane – dove sono occupate 200 persone – con la garanzia di mantenere i livelli occupazionali. Sempre a Wärtsilä rimangono gli uffici triestini dove hanno sede il service e il centro di ricerca e sviluppo, con un totale di 600 dipendenti.

Wärtsilä era arrivata nella città giuliana nel 1997 acquisendo la Grandi Motori Trieste, nata da un accordo tra Fiat Grandi Motori e Iri per supportare il distretto cantieristico di Monfalcone e Trieste. Ora l’ingresso di Aponte al posto della multinazionale finlandese che ormai due anni fa – e a più riprese negli scorsi mesi – avevano minacciato il licenziamento di tutti i dipendenti triestini.

Tutto era iniziato il 14 luglio 2022 con una procedura che era stata giudicata antisindacale dal Tribunale del Lavoro. Il gruppo finlandese aveva motivato la decisione dicendo di voler accedere agli incentivi del governo di Helsinki per far rientrare in patria la produzione. Il giudice ha anche condannato Wärtsilä al pagamento di 50mila euro a Fiom, Fim e Uilm a titolo di risarcimento per danno di immagine.

Per il ministro Adolfo Urso l’intesa è “il frutto del sistema Italia, di un lavoro comune e coeso di governo, Regione, Comune, sindacati e associazioni d’impresa con le altre autorità come quella portuale”. Una “squadra”, la chiama, che è “riuscita a risolvere nel migliore di modi una crisi industriale emblematica, che diventa in questo modo un esempio e un modello di quello che si può e si deve realizzare nel nostro Paese. Una politica industriale assertiva che non rinunci, ma rilanci i siti produttivi salvaguardando i nostri lavoratori”.

Per Fiom, Uilm e Fim è una vertenza “paradigmatica” che si è risolta “grazie alla lotta dei lavoratori e del sindacato e all’impegno concreto delle istituzioni”. Per i rappresentanti dei metalmeccanici il modus operandi nel caso Wärtsilä “deve essere riferimento per il governo” per” dare risposte positive con scelte di politica industriale ed investimenti anche ad altre crisi aperte nel Paese a partire da quelle che colpiscono i lavoratori dell’automotive, della siderurgia e dell’elettrodomestico”. Ora, assicurano i sindacati, “incalzeremo Wärtsilä Italia affinché implementi gli impegni industriali e occupazionali” e “vigileremo sui tempi della reindustrializzazione da parte di Msc e della piena ripresa al lavoro di tutti i dipendenti” ex Wartsila transitati in Innoway Trieste.

“La firma di questo accordo di programma scongiura una delle peggiori crisi occupazionali che la Regione ha dovuto affrontare e conferma la strategicità del Friuli Venezia Giulia nel contesto produttivo italiano ed europeo aprendo la strada a nuove opportunità di sviluppo e crescita economica”, ha detto il presidente della Regione Massimiliano Fedriga. “Oggi – ha aggiunto – si apre una nuova pagina della storia industriale di Trieste”.

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