Violente frane, scatenate dalle piogge torrenziali degli ultimi giorni, hanno travolto i villaggi collinari del distretto di Wayanad nello Stato meridionale del Kerala, in India. Le vittime sono almeno 106, a cui si aggiungono 128 feriti e un centinaio di dispersi. Gli smottamenti hanno colpito le città di Meppadi, Mundakkal e Chooralmala nelle prime ore del 30 luglio, attorno alle 2 di notte. Le operazioni di soccorso sono ostacolate dal maltempo, dalla presenza di grossi massi caduti sulle strade e dal crollo di uno dei principali ponti del distretto che ha lasciato isolate intere aree. Le autorità hanno mobilitato diversi elicotteri e l’esercito indiano è stato chiamato a costruire un ponte temporaneo.
Secondo quanto riferito dal governatore del Kerala, Pinarayi Vijayan, oltre 3mila persone sono state trasferite in campi di soccorso: “Questa è una delle peggiori calamità naturali che il nostro Stato abbia mai visto”. Subito dopo le frane, macchine, abitazioni e negozi sono stati sommersi dall’acqua. Secondo il The Indian Express, la maggior parte delle vittime erano lavoratori delle piantagioni di tè. Le tv locali hanno trasmesso telefonate di persone bloccate sotto i detriti che chiedevano aiuto.
Il Dipartimento meteorologico indiano ha diramato un’allerta rossa nei distretti settentrionali del Kerala per oggi, chiedendo ad abitanti e turisti di prestare particolare attenzione. Il premier Narendra Modi ha espresso il proprio cordoglio per le morti causate dalle frane e ha assicurato al primo ministro del Kerala tutto l’aiuto possibile da parte dello stato centrale.