“Sono profetico e me ne vanto!” afferma ironicamente di sé l’autore, che per primo aveva immaginato – fra le altre scenette comiche – Meloni e i suoi accoliti che indossano l’ormai celebre elmetto contro i nemici. E ancora per Disegni il disegnatore satirico ha un’inclinazione schizofrenica perché perennemente diviso tra la propria coscienza politica, che desidera un immediato cambio di governo, e la satira, che si nutre con avidità del grottesco spettacolo che Meloni e i suoi forniscono di sé stessi ogni giorno.
Mannucci sottolinea poi come “L’importanza di chiamarsi Giorgia. e altre farse…” rappresenti un diario dei nostri tempi, un resoconto preciso e pungente dell’Italia di oggi.