di Marevivo

Il mare non se la passa affatto bene e questo preoccupa molto gli italiani, che chiedono a politica e imprese un intervento concreto per la sua salvaguardia. È questo il quadro che emerge dal sondaggio realizzato da SWG per Marevivo, che registra la percezione che i cittadini hanno dello stato di salute del mare e cerca di definire il rapporto che ad esso li lega. Inquinamento a livelli allarmanti, perdita di biodiversità, eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche. Sono troppo pochi e inefficaci finora gli interventi messi in atto per la protezione di quello che per il 52% degli italiani è un luogo da tutelare. Anche se solo il 42% lo riconosce come un elemento chiave della vita sulla Terra, il 60% degli intervistati ritiene che il mare sia una realtà fortemente a rischio e che vada difesa con la massima urgenza. Ecco perché si chiede a istituzioni e mondo imprenditoriale di intervenire in maniera più incisiva, perché fino a questo momento hanno imperato inazione e interessi delle lobby petrolifere.

Ma se a generare apprensione negli italiani sono le condizioni generali in cui si trova il mare, è soprattutto il Mediterraneo a destare maggiore allarme: l’89% si rende conto che è uno dei mari più inquinati dalla plastica, dato purtroppo destinato a triplicare da qui ai prossimi 15 anni se non si cambia radicalmente il modo in cui si produce e si smaltisce questo materiale che è quasi eterno. La plastica impiega centinaia di anni prima di degradarsi e non lo fa mai del tutto, sminuzzandosi in frammenti che generano una miriade di micro e nano plastiche, invisibili ad occhio nudo ma pericolosissime per l’intero ecosistema marino e che, entrando nella nostra catena alimentare, rappresentano un rischio anche per la salute dell’uomo. Ogni giorno, infatti, 730 tonnellate di plastica finiscono nel mare. Il 95% del totale dei rifiuti galleggianti è costituito proprio da plastica, che rappresenta oltre il 50% di quelli che vanno a depositarsi sui fondali.

Ma non è tutto: il Mediterraneo è anche il più sfruttato al mondo a livello ittico: l’85% degli intervistati esprime preoccupazione per la pesca eccessiva e la conseguente riduzione delle risorse ittiche (lo scorso 6 luglio infatti, ben sei mesi prima della fine dell’anno, è già stato esaurito lo stock ittico del 2024). Un mare pesantemente depredato risente ancor più dei danni causati dalle attività antropiche sul suo delicato e già compromesso equilibrio. Tra le iniziative per la sua salvaguardia che gli italiani vorrebbero vedere attuate quanto prima vi sono: l’eliminazione delle plastiche galleggianti (46%), una riduzione degli imballaggi di plastica (38%), e l’aumento delle pratiche di riciclo e riduzione dei rifiuti (36%), dati che evidenziano come gli intervistati siano consapevoli degli effetti prodotti dall’eccessivo utilizzo di plastica e dal grave impatto che una cattiva gestione dei rifiuti ha sullo stato di salute delle acque. Inoltre, a preoccupare l’85% degli italiani è anche l’innalzamento della temperatura media dell’acqua del mare, che innesca un pericoloso effetto domino su clima e riduzione della biodiversità.

Se da un lato il mare viene visto come luogo di vacanze e periodi felici legati all’infanzia, al contempo è percepito dagli intervistati come una realtà vulnerabile, che ha bisogno di azioni forti di tutela e protezione da parte della politica e delle imprese. Sono infatti sempre più numerosi i cittadini che vorrebbero un impegno maggiore da parte di istituzioni e imprenditoria nel salvaguardare l’ecosistema marino. Al netto delle associazioni ambientaliste, il cui impegno per la protezione del mare viene giudicato positivamente dal 72% degli intervistati, per il 58% il nostro governo non si sta impegnando a sufficienza, così come l’Unione Europea che per il 52% potrebbe fare di più e le imprese che non intervengono in modo significativo per il 66% degli italiani.

Marevivo, con il supporto di questo sondaggio condotto da SWG, rilancia con forza la richiesta dei decreti attuativi della Legge Salvamare, in attesa da oltre due anni, e l’applicazione della Direttiva UE SUP, anche questa recepita da tempo. Entrambi i regolamenti prevedono misure concrete per contrastare l’inquinamento, proteggere la nostra salute e quella delle future generazioni. Il messaggio degli italiani è chiaro: occorre invertire la rotta e far coesistere politica ed economia con ecologia e attenzione per l’ambiente, solo così sarà possibile prendere decisioni che garantiscano un futuro sostenibile.

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