Ambiente & Veleni

A Messina manca l’acqua e il Pd chiede chiarezza: “Colpa della siccità o c’entrano anche le cessioni a Taormina e i lavori di Webuild?”

La siccità che ha investito tutta la Sicilia aggrava le condizioni anche per Messina. Ma la causa è davvero la mancanza di precipitazioni? È quel che si chiede il Pd che ha presentato un’interrogazione e ha chiesto un accesso ispettivo per verificare quanta acqua del servizio idrico comunale vada invece su Taormina e per i lavori di Webuild per il raddoppio ferroviario della linea Palermo-Catania-Messina. Mentre in città si arranca, infatti, l’Amam, la municipalizzata che gestisce il servizio idrico, trasferisce una quota di acqua per la Perla dello Ionio – adesso guidata dall’ex sindaco di Messina, Cateno De Luca – e un’altra va per i lavori sul raddoppio ferroviario.

Sembrerebbe un paradosso: gli abitanti dello Stretto con un residuo d’acqua per favorire la perla dello Ionio e le sue strutture turistiche, oltre i lavori per la rete ferroviaria. Secondo l’amministrazione comunale, però, non c’è nessun aggravio nell’erogazione per la città dello Stretto, l’unico problema è la siccità. Grazie ad una triangolazione con Siciliacque, infatti, l’acqua fornita a Taormina in un punto viene recuperata integralmente in un altro punto della lunga rete che da Calatabiano, nel Catanese, arriva a Messina. Nessun problema neanche per l’acqua erogata in favore di Webuild, l’Amam versa “solo un litro al secondo”. Una “quantità che per noi non cambierebbe nulla”, assicura il sindaco di Messina, Federico Basile, eletto nelle file di Sud chiama Nord, il partito fondato da De Luca. Spiegazioni che non hanno convinto il gruppo consiliare del Pd che ora chiede una puntigliosa verifica. Ma andiamo per ordine.

La città sullo Stretto rivive l’incubo del 2015 quando un guasto alla rete idrica lasciò la città a secco per venti giorni. Stavolta la situazione è meno drammatica ma a restare senz’acqua non sono in pochi: “Molti dei condomini che gestisco in centro città hanno gravi difficoltà. L’erogazione è così ridotta che i serbatoi in alto non si riempiono e lì restano completamente a secco. Ho fatto segnalazioni plurime all’amministrazione comunale, ad oggi nulla è cambiato”, riporta Giuseppe Chiarella, amministratore di condominio, già consigliere di quartiere e comunale. Da nord a sud della città – che si estende sulla costa per 56 km – è un coro unanime, con l’erogazione che spesso non supera le due ore giornaliere. Un disagio che i messinesi conoscono bene, per questo quasi tutte le abitazioni sono munite di serbatoi e autoclavi. Quest’estate però, va peggio. “Grazie ai lavori fatti in questi anni su una rete obsoleta possiamo garantire un’erogazione giornaliera, non è così in molti luoghi della Sicilia, dove l’acqua arriva una volta a settimana, se va bene”, sottolinea Salvo Puccio, ex direttore dell’Amam, ora direttore generale del comune.

Da settimane l’amministrazione si trincera puntando il dito su altre realtà in cui l’erogazione va peggio. Intanto dai quartieri arrivano le segnalazioni: “A Mortelle acqua erogata solo per mezz’ora, non si riempiono i serbatoi e ai piani alti non arriva”, scrive Paola, indicando una zona costiera a pochi metri da dove sorgerà il ponte, zona oggetto di esproprio, perché da lì si dovrà movimentare terra e servirà anche da zona di passaggio camion. Ed è così un po’ in tutta la città. Per questo il Pd presenta l’interrogazione e il consigliere comunale Alessandro Russo (firmatario assieme ad Antonella Russo e Felice Calabrò) chiede anche un accesso ispettivo per verificare la portata d’acqua servita su Taormina – e poi riacquisita da Siciliacque – e la portata effettivamente erogata in favore di Webuild. “Ho chiesto ad Amam – spiega lui – la possibilità di effettuare nei prossimi giorni una visita ispettiva presso la conduttura dell’acquedotto Fiumefreddo, per verificare sul campo come funziona e come viene calcolato dai misuratori dell’azienda, la cessione di acqua e la sua deviazione da e per Taormina. E così anche per verificare la quantità d’acqua effettivamente erogata a favore dei lavori per raddoppio ferroviario”.

Tra Messina e Taormina è stato infatti stilato un accordo in base al quale dalle condutture dell’acquedotto di Fiumefreddo – un lunghissimo acquedotto che parte dalla provincia di Catania e attraversa tutta la costa ionica per erogare acqua nella città dello Stretto – c’è uno “storno” di erogazione a favore di Taormina fino a 60 litri al secondo, acqua che però viene recuperata nel percorso delle condutture, perché più in là nel tragitto è Siciliacque che interviene a favore di Messina reimmettendo la quantità erogata per Taormina (senza spese aggiuntive): questo secondo quanto riferito dall’amministrazione comunale. Sempre all’altezza di Taormina ci sono attualmente i lavori che Webuild sta portando avanti per il raddoppio ferroviario della Palermo-Catania-Messina, lavori molto più che necessari visto le condizioni ferroviarie dell’isola, che però mettono in ulteriore sofferenza idrica questa zona. Con entusiasmo Webuild qualche giorno fa salutava in un comunicato l’arrivo in Sicilia della mega talpa che servirà ad accelerare i lavori, che però ha bisogno di acqua per lavorare. L’Amam, l’azienda che eroga l’acqua per i messinesi, fornisce un litro al secondo, secondo quanto riportato dall’amministrazione comunale. Una cifra sulla quale ora chiede lumi il Pd: “Vogliamo solo fare una verifica per quanto costituzionalmente ci spetta di diritto, nulla più. Inevitabilmente riflettiamo anche su cosa possa avvenire qualora si avviassero i lavori per il Ponte”.