La vittima non può saperne nulla finché non vede i soldi sparire dal conto
Vacanze in Italia, vacanze all’estero. Ovunque, ma quando si viaggia c’è un filo che lega tutti i viaggiatori del mondo: la paura di essere truffati. Soprattutto se si viaggia oltre i confini italiani, lì dove la lingua può essere uno scoglio insormontabile e il cambio valuta una preoccupazione. E ad alimentare ulteriormente questo terrore c’è il nuovo fenomeno dello skimming, ovvero la pratica di clonare le carte di credito. In questi casi, le informazioni rubate potrebbero essere utilizzate per commettere una frode o creare carte contraffatte. Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Con il termine skimming si intende la manomissione dei distributori automatici attraverso dei congegni che sono in grado di copiare i dati contenuti nella banda magnetica delle carte di debito e di credito. E, quindi, prelevare senza problemi direttamente dal conto della sfortunata vittima.
La truffa consiste dunque nel collegare questo congegno ad un lettore di carte. In questo modo, quando l’ignara vittima fa scorrere (in inglese, to skim) la carta sul lettore, lo skimmer esegue la scansione della carta. La transazione appare normalmente ed è quindi impossibile rendersi conto della truffa immediatamente. Nel dettaglio, il truffatore ha quindi accesso a informazioni come: il nome e il cognome del titolare, il numero della carta, la data di scadenza e il codice di verifica della carta (CVC). Tutte informazioni utili per effettuare acquisti online o comunque per commettere reati e trasferimenti di denaro. Una volta copiati, i dati sono subito trasferiti tramite Bluetooth al malintenzionato, che può quindi procedere a compiere il crimine.