Nelle ultime ore, “scherma”, “fioretto” e “stoccata” sono le le parole più ricercate sul web: tutto merito (o colpa) della discussa e rovente finale di scherma (specialità fioretto) delle Olimpiadi disputata e persa da Filippo Macchi contro Ka Long Cheung. Il punto della vittoria è stato ripetuto per ben tre volte prima di assegnarlo in maniera definitiva, purtroppo a favore dell’atleta di Hong Kong. Per capirne i motivi e farsi una propria opinione su quanto accaduto, però, è necessario prima avere un’idea generale circa il regolamento della disciplina. Tanti dubbi, soprattutto per chi non la pratica. Si parte da una divisione convenzionale che varia a seconda del tipo di strumento utilizzato: il fioretto, la sciabola e l’epée (spada). Le differenze sono minime: la luce che si accende, le parti del corpo che si possono colpire e tanto altro. Ma fanno tutta la differenza del mondo quando si tratta di assegnare un punto e una medaglia. Un piccolo spoiler: in fioretto e sciabola, che sono le cosiddette armi convenzionali, non conta solo chi tocca per primo o quale luce si accende per prima. Ecco perché non è così facile stabilire chi ha messo a segno la stoccata vincente.

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Punteggio massimo, durata e bon ton
Tre tempi
da tre minuti per decretare il vincitore. Trionfa chi raggiunge per primo 15 punti o chi ha fatto registrare più stoccate alla fine dei nove minuti. Gli schermidori si sfidano su una pedana lunga 14 metri: entrambi hanno a disposizione 5 metri per poter indietreggiare senza però avere la possibilità di oltrepassare con entrambi i piedi la linea di fine pedana. Gli ultimi 2 metri, infatti, si differenziano per il colore.

Sport virtuoso e che rispetta il bon ton. La scherma impone che ciascun schermidore debba salutare l’avversario e l’arbitro all’inizio e al termine della gara: chi non rispetta questa regola rischia la perdita di un punto. Al termine di ogni azione o di una stoccata assegnata, i due avversari si devono riposizionare sulla linea di guardia. Inoltre, se in finale si affrontano due schermidori della stessa nazionalità – come accaduto nella sciabola femminile tra le francesi Apithy-Brunet e Balzer -, i loro allenatori non possono stare ai piedi della pedana ma devono seguire la partita da semplici spettatori.

La distinzione tra arma convenzionale e arma non convenzionale
Il fioretto, come per la sciabola, è definita arma convenzionale (perché regolamentata da norme). Infatti, per poter fare punto, l’atleta deve aver iniziato l’attacco prima del suo avversario: dunque, non è solo una questione di “colpire” per primi. Allo stesso tempo, chi è in difesa, o comunque non ha la priorità dell’attacco, per mettere a segno una stoccata valida dovrà prima parare l’attacco dell’avversario e poi rispondere con una botta o mandarlo a vuoto facendo pressione verso l’esterno. Nel caso non sia possibile decidere chi ha ragione, non viene assegnato alcun punto. Non conta quindi, per dirla in modo semplice, chi tocca per primo o quale luce si accende per prima. La spada invece è un’arma non convenzionale, in cui quindi non viene applicato il diritto di precedenza: chi affonda la stoccata per primo si prende il punto.

Il fioretto
L’arma di spinta più leggera. Nel fioretto contano solo i colpi al torso, al collo, all’inguine e alla schiena. Il punto viene assegnato solo se si usa la punta dell’arma, non il lato. Se viene toccata una parte del corpo non valida, la gara viene momentaneamente bloccata.

La sciabola
L’arma da taglio e di spinta che prende spunto dalla cavalleria. Con la sciabola i colpi sotto la vita non sono ritenuti validi. Gli atleti, a differenza del fioretto, possono usare sia la punta che la lama della sciabola. Ugualmente al fioretto, se i due colpi avvengono nello stesso momento, l’arbitro usufruirà del diritto di precedenza.

La spada
L’arma più pesante. In questa specialità non viene applicato il diritto di precedenza rispetto all’attacco, durante l’assalto. Entrambi gli schermidori possono colpire simultaneamente, a meno che non si tratti del punto decisivo. Come per il fioretto, si può usare solo la punta della spada ed è consentito colpire tutto il corpo. Non essendo convenzionale, il “potere” dell’arbitro viene limitato e l’errore umano ha meno valenza: conta chi tocca per primo.

Verde, rosso o bianco: il supporto della tecnologia
Ogni spada ha un dispositivo elettrico, lo stesso vale per i giubbotti per le diverse aree di punteggio del corpo: collegate da un cavo con il punteggio sul bordo della pista, quando una stoccata va a segno, si avverte un segnale sonoro e si accende una luce.

Una volta che la punta della spada si scontra contro il corpo dell’avversario si accende la luce colorata corrispondente all’atleta che ha toccato. Nel caso della sciabola e del fioretto, invece, i tocchi definiti “non validi” si accendono di bianco.

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