Sconfitta non può essere sempre sinonimo di fallimento. Un insegnamento per Di Francisca e tutte quelle persone che non si spiegano il motivo di tanta felicità dopo un podio mancato
Se non vinci, sei scarsa. Se piangi, sei debole. Se sei felice per un quarto posto, non sei normale. Il sorriso di Benedetta Pilato per una medaglia di bronzo sfuggita per un centesimo di secondo – nella finale dei 100 metri rana femminile alle Olimpiadi – ha distrutto la tossica e controproducente cultura del successo che da sempre condiziona i giudizi nel mondo dello sport. Sconfitta non può essere sempre sinonimo di fallimento, soprattutto per come arriva. “Il risultato è l’unica cosa che conta, non come ci arrivi”: Pilato dimostra il contrario, soprattutto a tutte quelle persone che non si spiegano il motivo di tanta felicità dopo un podio mancato.
Perché una 19enne che festeggia i propri traguardi di vita fino ad ora raggiunti deve essere vista come una persona fragile? “Non so se c’è o ci fa” dice Elisa Di Francisca in diretta tv sulla Rai in un discorso che ha lasciato bocca aperta moltissimi appassionati. Sicuramente, in caso di terzo posto, la narrativa degli addetti ai lavori sarebbe stata ben diversa. La spasmodica ricerca del campione e della “famosa storia da raccontare” offusca quello che più conta, il viaggio. Pilato chiaramente è dispiaciuta ma non ha nulla da recriminarsi: tre anni fa a Tokyo era stata squalificata, quest’anno “perde” il bronzo dopo essersi qualificata settima per la finale. Per tutti quelli che aspettavano la delusione e la tristezza nelle sue dichiarazioni al termine della gara, Benedetta risponde con consapevolezza. Senza nessun rimpianto. Chi cerca la disperazione, nei suoi occhi trova solo gratitudine. Un approccio alla sconfitta come non si era mai visto prima e che rappresenta lo specchio di una nuova generazione che non deve per forza vincere a tutti i costi per potersi sentire realizzata. Senza necessariamente piegarsi a quello che gli altri vogliono sentirsi dire.
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“È strano vederti contenta”
Essere emozionati per un quarto posto è un errore. O almeno è quanto vogliono far intendere le parole e i toni usati dalla ex schermitrice Elisa Di Francisca in diretta nazionale. “Io non ci ho capito niente: è stata un’intervista surreale, non ci credo che non sia dispiaciuta. Io rabbrividisco“. Un commento inopportuno e un comportamento di superiorità non richiesto e inaspettato: classico esempio di non-sportività che ha creato polemiche nei suoi confronti. Di Francisca rabbrividisce per queste dichiarazioni di Pilato pronunciate al termine della gara: “Ci ho provato fino alla fine, mi dispiace. Queste sono lacrime di gioia: è stato il giorno più bello della mia vita. Sono troppo contenta”. A destare stupore, però, sono proprio le affermazioni dell’ex campionessa di scherma. Nel frattempo, Federica Pellegrini prende le difese di Benedetta mettendo in evidenza il significato del viaggio. L’errore è sempre dare tutto per scontato, e se il risultato non arriva l’analisi non ha mai mezzi termini.
La Di Francisca si permette di usare questo tono inappropriato apostrofando le parole della giovanissima Benedetta Pilato (è del 2005)
Una lezione di non-sportitività a tutti gli effetti in diretta su Rai 2 ieri sera!
— Marco???????? (@itsdemark) July 30, 2024
Perché non può essere un fallimento
Se fallimento significa perdere di un centesimo allora c’è qualcosa che non torna nel concetto. Nello sport è importante vincere, non ci sono dubbi. Per come arriva questa sconfitta, però, si può parlare di beffa. Al massimo di delusione. Di certo, non di fallimento. Il motivo è semplice: Pilato non è arrivata quinta a venti secondi dalla prima, ma quarta per un’indecifrabile frazione.
Pilato dimostra equilibrio e grande maturità nelle sue parole: a 19 anni è molto rischioso farsi sopraffare dalle emozioni. Soprattutto se partecipi all’evento sportivo più grande di sempre. Benedetta negli ultimi mesi ha avuto la forza e la capacità di cambiare, per non farsi inghiottire da qualcosa che è più grande di lei. “Un anno fa non ero nemmeno in grado di fare questa gara. Tutti si aspettavano di vedermi sul podio? Tutti tranne me“. Un commento costruttivo che dimostra come la mentalità sia un aspetto che fa la differenza. Molto più facile cercare alibi: Benedetta ha raccolto più di quello che si sarebbe aspettata. E questa è già una vittoria.
Alle dichiarazioni completamente fuori luogo e irrispettose nei confronti di una ragazza che sta vivendo il suo sogno più grande, Benedetta risponde con un sorriso. Con eleganza, dando una grande lezione. E questo, sicuramente, vale molto di più di un podio.