Come proteggere la Terra da una eventuale minaccia da parte di un asteroide? Studiando e deviando, come accaduto, una traiettoria. E a questo scopo è fondamentale il ritratto di alta definizione dei due asteroidi protagonisti della prima missione di difesa planetaria. I nuovi dati aiuteranno a proteggere la Terra da eventuali minacce di impatto.

L’asteroide Dydimos e la sua piccola luna Dimorphos (nella foto), bersagliata dalla sonda Dart della Nasa nel settembre del 2022 per modificarne la traiettoria, sono stati osservati con un dettaglio senza precedenti anche grazie al nano satellite italiano LiciaCube, gestito e coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana e realizzato dall’azienda Argotec.

I i risultati sono pubblicati in cinque articoli sulla rivista Nature Communications. Di questi, due sono coordinati dagli italiani Alice Lucchetti e Maurizio Pajola, dell’Osservatorio Astronomico di Padova dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. “Grazie alle immagini realizzate dalla sonda abbiamo potuto mappare le fratture presenti sulla superficie dei massi dei due asteroidi”, ha detto Lucchetti all’Ansa. L’analisi delle fratture combinate con quelle della forma e distribuzione dei massi nei due asteroidi, il più grande con un diametro di circa 800 metri il più piccolo di 150, ha permesso anche di ricostruirne la storia. Didymos si sarebbe formato 12,5 milioni di anni fa dai resti di un oggetto più grande, distrutto da un violento impatto mentre la sua piccola luna Dimorphos si è formata 300mila anni fa dalla fuga di alcuni massi spinti dalla rotazione di Didymos accelerata dal calore del Sole. “Oggi – ha detto Pajola- studiamo gli asteroidi anche per capire come non fare la fine dei dinosauri”.

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