Il Venezuela rischia la guerra civile dopo che i sostenitori del candidato dell’opposizione, l’ex diplomatico Edmundo Gonzalez Urrutia, hanno deciso di scendere in piazza contro la vittoria con un misero 51% del presidente Nicolás Maduro, riconfermato al potere per il terzo mandato consecutivo, denunciando brogli. Scontri, statue dell’ex presidente Hugo Chavez abbattute e almeno sei morti e 749 arrestati. Un bilancio che sembra destinato a salire dato che i manifestanti hanno ripreso a manifestare alle 11 locali, le 17 in Italia, per chiedere che si insedi il governo dell’opposizione. Migliaia di persone sono scese in strada in tutto il Venezuela e in alcuni casi si sono verificati scontri con la polizia. La Commissione elettorale nazionale (Cne) ha dichiarato vincitore Maduro, ma il risultato è stato contestato dall’opposizione che si è presentata al voto unita dietro la candidatura dell’ex diplomatico Edmundo Gonzalez Urrutia dopo che alla sua leader, Maria Corina Machado, è stato impedito di correre.

Intanto il presidente uscente si scaglia contro gli Stati Uniti, colpevoli a suo dire di essere dietro le proteste di piazza: “È in atto un piano dell’estrema destra, per una rivoluzione colorata, vogliono iniziare un’escalation di terrorismo. Conosciamo questo modus operandi, sappiamo come affrontare questa situazione”, ha detto in conferenza stampa. Dietro questo piano, ha aggiunto, “ci sono i gringos“, è “made in Usa”. Siamo di fronte ad una “controrivoluzione violenta“. In seguito, in una riunione di gabinetto trasmessa a reti unificate, ha attaccato i suoi oppositori: “La violenza che si sta scatenando in Venezuela è stata ordinata dall’estrema destra di Gonzalez e Machado e finanziata dagli Stati Uniti, dai narcos colombiani, da Elon Musk e dall’estrema destra globale. Alcuni degli arrestati per le violenze hanno confessato che sono stati inviati e pagati da Machado e Gonzalez, loro sono responsabili di questi atti e dovranno pagare”, ha detto. E il presidente del Parlamento venezuelano, Jorge Rodríguez, fedele a Maduro, ha chiesto di arrestare i due leader politici.

Mentre migliaia di persone manifestavano in tutto il Paese, Edmundo Gonzalez Urrutia ha continuato ad alimentare il malcontento annunciando nella serata di lunedì che la sua campagna ha le prove necessarie per dimostrare che ha vinto le elezioni. Gonzalez e Machado hanno dichiarato ai giornalisti di aver ottenuto più del 70% dei fogli di conteggio delle elezioni e che questi mostrerebbero Gonzalez con più del doppio dei voti di Maduro. Secondo Machado, i fogli di conteggio mostrano che Maduro e Gonzalez hanno ricevuto rispettivamente più di 2,7 milioni e circa 6,2 milioni di voti. L’opposizione ha comunque invitato i cittadini a mantenere la calma e a riunirsi pacificamente alle 11 di martedì, le 17 in Italia, per celebrare i risultati. “Vi parlo con la calma della verità“, ha detto Gonzalez mentre decine di sostenitori applaudivano fuori dal quartier generale della campagna elettorale nella capitale Caracas. “Abbiamo in mano i fogli di conteggio che dimostrano la nostra vittoria categorica e matematicamente irreversibile“, ha aggiunto.

Nella capitale Caracas le proteste sono state per lo più pacifiche, ma quando decine di agenti della polizia nazionale in tenuta antisommossa hanno bloccato il corteo è scoppiata una rissa: la polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti, alcuni dei quali hanno lanciato pietre e altri oggetti contro gli agenti che si erano appostati in un viale principale. Un uomo ha inoltre sparato con una pistola mentre i manifestanti attraversavano il quartiere finanziario della città, ma nessuno ha riportato ferite da arma da fuoco in questo episodio. Maduro non ha spiegato cosa accadrà allo staff di Machado, compreso il suo direttore della campagna elettorale, che sono rifugiati da mesi nell’ambasciata argentina a Caracas dopo che le autorità hanno emesso mandati di arresto nei loro confronti.

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