Crime

Emanuela Orlandi, la pista del Verano: ritrovata scritta in codice

Dietro alla statua dell'Angelo del dolore erano comparsi tre oggetti

di Alessandra De Vita
Emanuela Orlandi, la pista del Verano: ritrovata scritta in codice

Scena di queste ultime ipotesi sul giallo impenetrabile della 15enne vaticana scomparsa nel 1983, è il cimitero monumentale di Roma il Verano. Proprio lì, circa due mesi fa, dietro alla statua dell’Angelo del dolore erano comparsi tre oggetti: un barattolo di vernice verde, una chiave d’auto e una moneta da 500 lire. Secondo Peronaci, che da tempo segue il caso della ”ragazza con la fascetta”, attraverso questi oggetti si è voluto inviare un messaggio e oggi sul Corriere collega quelle tre tracce a una scritta, riconducibile ad un anno fa, realizzata nella stessa area, quella del Pincetto, a pochi passi dall’angelo scolpito dallo scultore ottocentesco Giulio Monteverde. Sulla stele di pietra che denomina il Riquadro 19 assegnato alle famiglie Donati e Pace, qualcuno, sempre con la vernice verde, della stessa tonalità di verde rinvenuta nel barattolo, ha lasciato una parola e tre numeri: “Zoff”, sulla prima riga, e “15-1-91” sulle due seguenti. Sul retro, una consonante in caratteri maiuscoli: R.

I MESSAGGI Cosa significa tutto questo? Il riferimento a Zoff, noto portiere della Juve e della Nazionale italiana, secondo il Corrierepotrebbe spiegarsi con la volontà di “indicare un custode, colui che vigila su qualcosa, ad esempio una certa tomba che potrebbe essere stata violata e usata come nascondiglio segreto”. Ma potrebbe trattarsi anche del macabro scherzo di uno squilibrato e il Verano non è nuovo a queste strane storie. Il Verano del resto è lo stesso cimitero da cui sono scomparse le spoglie di Katy Skerl, la 17enne assassinata nel 1984 a Grottaferrata e per cui il procuratore Erminio Amelio, dal 2022 indaga per sottrazione di cadavere.

LA DATA La data del 15 gennaio ’91 indica il giorno in cui fu approvato dal governo italiano il decreto-legge 8/1991, poi convertito dal Parlamento, sulle “nuove misure in materia di sequestri di persona a scopo di estorsione e per la protezione di coloro che collaborano con la giustizia”. Questo elemento sembra da non sottovalutare, dal momento che è stato suggerito dagli stessi inquirenti tra cui il procuratore Giancarlo Capaldo che Emanuela Orlandi non è semplicemente sparita bensì è stata sequestrata, quel 22 giugno del 1983.

I DONATI E PACE – Il cronista del Corriere è dunque andato sul posto e ha scoperto che sul lato destro del sepolcro della famiglia Donati – Pace una lastra si presenta fuori posto, staccata. Una fessura provocata da agenti atmosferici o qualcuno sta suggerendo di controllare dentro la fossa? Nel quadro assemblato dal cronista anche il cognome del loculo racchiude un messaggio. “Basta calcare l’accento sulla prima “o” e otteniamo Dònati pace, ovvero, regalati requie, riposo… È a ciò che voleva arrivare il misterioso profanatore di luoghi sacri? Il cognome polisemico è stato scelto non a caso tra le decine di migliaia del cimitero monumentale di Roma, per inviare un messaggio cifrato?”, si chiede. Ma è solo una delle infinite domande che costellano questa storia oscura.

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