di Leonardo Botta
Ha colpito anche me la surreale vicenda del colonnello dell’Aeronautica in pensione Giovanni Fuochi; il quale un bel giorno ha pensato bene di infilare una divisa da gerarca nazista (che poi vorrei capire dove trovino questi “cimeli”: dalla foto l’uniforme sembra davvero curata e di buona fattura, non certo come quella, molto più dozzinale, indossata a un carnevale di qualche anno fa dal viceministro Galeazzo Bignami) e di immortalarsi sui social con una illuminante didascalia: “Sinistrorsi, vi aspetto”.
Non ci vuole la zingara per indovinare che il colonnello fosse ammaliato dalla travolgente parabola mediatica e politica del generale Vannacci (a lui accomunato dall’appartenenza all’Arma) il quale, dopo il “best seller” che gli ha dato la notorietà tra il grande pubblico, è approdato a Strasburgo a furor di popolo. Infatti, il corollario all’”epico” post di Fuochi era: “Colleziono uniformi e volevo dire ‘sveglia’, un po’ come Roberto Vannacci” (ma sveglia a chi, e de che?).
Insomma, chiaro era l’intento emulatore di Fuochi. Peccato che a questo aspirante “maître à penser” non fosse ben chiaro il sottile confine tra la “mandrakata” alla Vannacci, che ha saputo furbescamente miscelare tra le pagine di un libro parole d’ordine care a un nutrito popolo di nostalgici della razza ariana, della famiglia tradizionale che comprende la moglie a casa e la mignotta al motel, dei fasulli valori cristiani e di altre fesserie da un lato, e la cog**onaggine di chi difficilmente potrà trovare un omologo di Salvini che gli offra una candidatura dall’altro (oddio, non vorrei che i fatti prima o poi mi smentissero: ormai mi stupisco davvero di poco!).
E giova forse sottolineare che Vannacci, almeno, c’ha messo un po’ di fatica per riempire di contenuti – demagogici, banali e offensivi quanto vogliamo ma certo scaltri – un centinaio di pagine di saggio: davvero quest’altro pensava di cavarsela con una istantanea e uno slogan di un rigo (manco fosse Ungaretti con il suo “M’illumino d’immenso”)?
Fatto sta comunque che, come tutti i conigli da tastiera che affollano il nostro paese, il colonnello Fuochi, dopo il diluvio di polemiche scatenate dalla sua bella pensata, ha rimosso il suo post prima di precisare che “sono fascista e ne sono orgoglioso” (esticazzi!, verrebbe da dire), si è guadagnato il suo quarto d’ora di “notorietà” e (ripeto: spero) morta lì.
In ogni caso prepariamoci, o rassegniamoci, all’idea di veder proliferare queste “temerarie” iniziative. L’Italia è piena di dinosauri che, magari complici i venti di destra e una politica non particolarmente ostile al loro mondo, piuttosto che affrontare le nuove sfide che la vita riserva a ogni età preferiscono indugiare in anacronistici atteggiamenti davvero fuori dalla storia oltre che dalla grazia di dio. Certo, fa un po’ tristezza vedere persone che ricoprono o hanno ricoperto prestigiose cariche, e che hanno esplicitamente o tacitamente (sper)giurato fedeltà alla nostra Costituzione antifascista, cadere in queste bassezze; ma d’altro canto, dopo le “perle di saggezza” che ci dispensa periodicamente La Russa (la seconda carica dello Stato!), verrebbe quasi voglia di giustificare qualunque di questi “geni” per “colpa tenue”.
Nel suo editoriale sull’argomento, Michele Serra sostiene che tutto sommato basterà attendere che questa generazione di attempati infelici passi, fra cent’anni, a miglior vita, visto che i giovani sono ben più progressisti e aperti al mondo e al prossimo: qualche sommesso dubbio mi verrebbe voglia di avanzarlo, visti i fatti rivelati dalle inchieste di Fanpage sulla Gioventù Nazionale romana e barese.
Non resta che affidarci al monito del buon Lucio Battisti: “lo scopriremo solo vivendo”.