Il capo dell’ala politica di Hamas, Ismail Haniyeh è stato assassinato in Iran nella notte tra martedì e mercoledì. Leader tra i più storici dell’organizzazione, Haniyeh viveva in Qatar da anni, dove gestisce il consiglio politico di Hamas, ma si trovava a Teheran per partecipare alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente Masoud Pezeshkian. La notizia è stata resa nota dalle Guardie Rivoluzionarie iraniane e confermata da Hamas. È il colpo più duro inferto contro il gruppo islamista palestinese che combatte a Gaza contro l’esercito israeliano e ha organizzato il massacro del 7 ottobre. Anche se manca una rivendicazione, l’assassinio minaccia di trascinare il Medio oriente in un conflitto allargato che coinvolge Israele e l’Iran.

Secondo le informazioni diffuse dalle autorità iraniane, Haniyeh è stato colpito da un missile teleguidato intorno alle 2 e mezza di notte ora di Teheran, mentre si trovava nella sua residenza privata. Secondo alcune fonti, il razzo sarebbe stato lanciato da fuori i confini dell’Iran, ovvero da un altro Paese. L’amministrazione e gli apparati di sicurezza dell’Iran sarebbero in “uno stato di shock totale”, secondo fonti Usa citate dal New York Times. L’omicidio è un duro colpo alla reputazione dell’Iran, soprattutto perché avvenuto a poche ore dalla cerimonia di proclamazione del suo presidente.

Hamas ha accusato Israele dell’omicidio mirato di Haniyeh, tramite un comunicato diffuso su Telegram. L’esercito israeliano non ha commentato, e ha fatto sapere che non rispondere alle notizie riportate dai media stranieri. Negli ultimi anni Israele ha compiuto numerosi raid e diversi omicidi mirati di figure alto profilo in Iran, senza mai rivendicarli. Il governo israeliano mantiene il riserbo, salvo il ministro del Patrimonio, di ultradestra, Amihai Ben-Eliyahu che ha scritto su X che la morte di Haniyeh “rende il mondo migliore”,

Haniyeh era una figura chiave nei negoziati tra Hamas e Israele per il cessate il fuoco a Gaza, in stallo da mesi ormai. Il suo assassinio rende ancora più incerte le prospettive di un accordo.

L’Iran e i suoi proxy contro Israele: “Faremo pentire Israele” – Il presidente dell’Iran Masoud Pezeshkian ha condannato l’azione codarda e assicurato che “la Repubblica islamica dell’Iran difenderà la sua integrità territoriale, il suo orgoglio ed e il suo onore e farà pentire gli invasori terroristici”, assicurando che ora il legame tra Teheran e le fazioni islamiste palestinesi è “più forte di prima”. “Ieri ho alzato la sua mano vittoriosa e oggi devo seppellirlo portandolo sulle mie spalle”, ha detto Pezeshkian.

Il “martirio di Haniyeh “rafforzerà il legame profondo e indissolubile tra la Repubblica Islamica dell’Iran, la cara Palestina e la resistenza”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanaani dopo che Hamas ha confermato la morte del suo leader politico. “Il suo sangue non andrà sprecato”, ha continuato Kanaani. L’Iran e tutte le milizie sostenute da Teheran nella regione, i cosiddetti proxy, accusano Israele e minacciano ripercussioni.

L’ex comandante delle Guardie rivoluzionarie iraniane Rezaee ha affermato che “Israele pagherà un prezzo elevato per l’uccisione del capo di Hamas”. Il gruppo sciita libanese Hezbollah ha dichiarato che “l’uccisione del capo di Hamas Ismail Haniyeh renderà la resistenza più determinata nell’affrontare Israele”. La Jihad islamica palestinese, che collabora con Hamas nella Striscia e ha partecipato al massacro del 7 ottobre, ha denunciato il “vergognoso assassinio” e assicurato che la morte del “simbolo della resistenza” non scoraggerà la “resistenza”: “Affermiamo la nostra coesione con i nostri fratelli del movimento di Hamas nel resistere all’entità usurpatrice”, si legge nella nota del gruppo islamista.

La milizia yemenita degli Houthi, che controlla parte del Paese inclusa la capitale, parla di “atroce crimine terroristico” e chiama in causa gli Stati Uniti: “Netanyahu è tornato dall’America con il via libera agli omicidi” dei leader palestinesi: “L’America è coinvolta in tutto ciò che sta accadendo e deve pagarne il prezzo”, ha scritto il gruppo sui social.

La condanna di Qatar e Turchia – Il Qatar condanna “nei termini più forti l’uccisione”. Il ministero degli Esteri di Doha, dove Haniyeh viveva stabilmente dal 2019, si tratta di un “crimine orrendo”, di una “pericolosa escalation” e di una “palese violazione del diritto internazionale e umanitario”. Anche la Turchia punta il dito contro Tel Aviv. Il ministro degli Esteri di Ankara ha dichiarato che l’assassinio “dimostra ancora una volta che il governo israeliano di Netanyahu non ha alcuna intenzione di raggiungere la pace” e che “la regione dovrà affrontare conflitti molto più ampi se la comunità internazionale non interverrà per fermare Israele”.

L’Anp invita alla “fermezza e alla pazienza”. Sciopero generale in Cisgiordania – Il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas, conosciuto anche come Abu Mazen, ha scritto che l’assassinio di Haniyeh rappresenta “un atto codardo e uno sviluppo pericoloso” e ha quindi invitato “il popolo palestinese e le forze popolari all’unità, alla pazienza e alla fermezza di fronte all’occupazione israeliana”.

Cina e Mosca: “Inaccettabile”. Gli Usa: “Noi con Tel Aviv in caso di attacco” – Da Mosca è arrivata la reazione del viceministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov, consegnata all’agenzia statale Ria Novosti: “Si tratta di un assassinio politico assolutamente inaccettabile, che porterà a un’ulteriore escalation delle tensioni”. Anche la Cina ha condannato l’attacco. Gli Stati Uniti avvisano il mondo di essere pronti ad affrontare un’eventuale escalation. Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha da sempre una posizione molto critica nei confronti di Tel Aviv. Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha affermato che Washington aiuterà a difendere Israele se verrà attaccato, anche se lavora per ridurre la tensione. L’escalation della guerra a tutto il Medio oriente “non è inevitabile”, ha detto Austin.

Il figlio di Haniyeh: “La rivoluzione continua” – “Il desiderio di mio padre è stato esaudito, quello di morire da martire”, ha dichiarato Abdul Salam, uno dei figli del leader di Hamas, all’agenzia iraniana Irna. “Siamo in una rivoluzione e in una battaglia continua contro il nemico, e la resistenza non finisce con l’assassinio dei leader”. Dal partito islamista la reazione è combattiva. L’uccisione a Teheran di Ismail Haniyeh è “un atto vile che non resterà impunito”, ha affermato l’esponente di Hamas Musa Abu Marzouk in dichiarazioni rilanciate da Al-Jazeera.

Il raid in Libano contro il comandante Hezbollah Shurk – Martedì, l’esercito israeliano aveva rivendicato un attacco contro il comandante di Hezbollah Fuad Shurk, nella periferia meridionale di Beirut controllato dalle milizie sciite alleate di Hamas e dell’Iran. Shukr era uno dei cinque comandanti senior di Hezbollah durante la guerra tra Israele e Libano ed era considerato uno stretto consigliere del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, tanto che Tel Aviv lo considera il numero due dell’organizzazione. La sua morte non è stata confermata ufficialmente da Hezbollah ma diversi media arabi l’hanno data per certa.

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Chi era Ismail Haniyeh, dal campo profughi di Gaza al vertice di Hamas. Dei tre figli uccisi disse: “Ringrazio Dio per questo onore”

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