Cronaca

Indagato anche il parroco di Demonte per l’annegamento in un centro estivo della piccola Anisa Murati

Anche il parroco di Demonte, don Fabrizio Della Bella, è indagato per la morte di Anisa Murati, la bimba di sette anni annegata lo scorso 17 luglio nel lago balneabile del bioparco AcquaViva di Caraglio, alle porte di Cuneo. Salgono quindi a quattro le persone indagate dalla procura cuneese con l’accusa di omicidio colposo. Oltre […]

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Anche il parroco di Demonte, don Fabrizio Della Bella, è indagato per la morte di Anisa Murati, la bimba di sette anni annegata lo scorso 17 luglio nel lago balneabile del bioparco AcquaViva di Caraglio, alle porte di Cuneo. Salgono quindi a quattro le persone indagate dalla procura cuneese con l’accusa di omicidio colposo. Oltre al religioso ci sono due animatrici del centro estivo di Demonte, il paese della valle Stura dove la bimba viveva con la sua famiglia, e il gestore della struttura, Roberto Manzi.

Don Della Bella, 41 anni, è uno dei sacerdoti più giovani della diocesi di Cuneo. Oltre alla sua attività di “prete di montagna”, come si definisce lui stesso, gestisce una web radio dedicata alla pastorale giovanile. L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Alessia Rosati e condotta dai carabinieri, riguarda il bioparco riqualificato nel 2022 sui terreni di una ex polveriera militare, in frazione Bottonasco e chi ha organizzato la gita.

La piccola faceva parte di un gruppo di una cinquantina di bambini dell’estate ragazzi parrocchiale, affidati a sette animatori, di cui solo due maggiorenni, ora indagate. Quel pomeriggio gli animatori si sono accorti che Anisa non era più sul prato, a qualche decina di metri dal lago, dove erano rimasti il suo zainetto e le ciabattine rosa, sopra un asciugamano. Poi, dopo alcune ore, il ritrovamento del corpo della bimba sul fondale del lago, sotto la pedana dei tuffi, dove un sommozzatore dei vigili del fuoco l’aveva avvistata. In servizio presso il lago balneabile solitamente sono in servizio due bagnini, più un terzo assistente. Anche se questo aspetto gli inquirenti vogliono fare luce.