di Michele Sanfilippo
Se riflettiamo su quanto accaduto durante le elezioni in Italia, in Francia, Germania e a quanto sta accadendo nelle presidenziali Usa, non possiamo ignorare che le destre radicali avanzano in tutto il mondo. Sono un pericolo per la democrazia e fanno paura.
Ma la domanda che non sento quasi mai farsi è: perché tanta gente è disposta a votarle pur sapendo che il rischio di una diminuzione di libertà è quasi una certezza?
Molti intellettuali di sinistra, che furoreggiano nei talk show televisivi e sulle pagine di prestigiosi quotidiani, appoggiati dai garantiti della nostra società, cioè coloro che vivono in condizioni di sicurezza economica, che permette loro di non sapere cosa sia l’indigenza e che si sentono al riparo dai molti imprevisti della vita, sono soliti spiegare questa propensione agitando lo spettro dell’ignoranza che, ahinoi, attraversa gli strati più bassi della società. Ne ho sentiti alcuni che sono arrivati a sostenere che occorrerebbe superare un esame per poter votare.
Bisogna ammettere che le tv commerciali, da un lato, e il depauperamento della scuola pubblica, dall’altro, hanno svolto un lavoro eccellente rispetto all’impoverimento dei valori nella società e alla marginalizzazione della cultura. Le tv, per anni, ci hanno bombardato, ogni giorno, con messaggi che inneggiavano all’arricchimento finalizzato a goderci la vita. Come? Con qualsiasi mezzo. Le scuole, dal canto loro, asservite alle imprese (il decreto scuola-lavoro vi dice qualcosa?) non insegnano più ad essere cittadini consapevoli e dotati di spirito critico ma imprenditori.
Allora mi domando: la sinistra ha fatto qualcosa per fermare questa deriva? Io ricordo solo che nel febbraio 2002 Violante spiegò a Berlusconi che la sinistra, pur potendolo fare, non aveva prodotto una legge sul conflitto di interessi. E per quanto riguarda la scuola… posso solo citare Don Milani che diceva: “Quando avete buttato nel mondo d’oggi un ragazzo senza istruzione avete buttato in cielo un passerotto senza ali”. Parole nel deserto della sinistra di potere che dal 1996 in avanti ha governato per molti anni e che non solo non ha fatto argine ma ha lavorato, talvolta alacremente, per privatizzare molti di quei servizi che permettevano alle fasce più deboli della società di vivere un po’ più dignitosamente e di sperare in un po’ di ascensore sociale.
A tutti questi fan di una sinistra che ha smesso di tutelare i più deboli e che ha scelto politiche economiche e sociali di stampo neoliberista e il cui dirsi di sinistra si riduce, nel migliore dei casi, nella difesa dei diritti civili (e ci mancherebbe altro), dico una cosa: fatevi un giro in un qualsiasi quartiere di periferia di una grande città. Vedrete un’umanità che (voi umani) forse neppure immaginate. Ci sono persone senza lavoro o con un lavoro precario e malpagato, altri che non riescono neppure a provvedere alle spese sanitarie elementari o che non sono in grado di far studiare i propri figli. Persone che vivono nell’umiliazione di non poter provvedere alla propria famiglia e di non aver accesso agli standard di vita promossi dalla pubblicità.
E domandatevi: perché queste persone dovrebbero votare per una sinistra che da oltre trent’anni non si sogna neppure di promuovere politiche di redistribuzione della ricchezza? Sapete quanto interessano i diritti civili a molte di queste persone? Meno di zero.
Non vi attraversa il dubbio che, a volte, a persone che vivono in queste condizioni venga voglia di dare il giro al tavolo e di votare chiunque prometta loro di farlo? Forse che una democrazia che rende irrilevanti così tante persone non merita il voto dei più?
Fatevele queste domande e usate il vostro potere (che è tanto) per cercare di raccontare la società così com’è, invece di salvaguardare le vostre posizioni di rendita e lamentandovi perché l’elettorato, quando vota (se e quando vota), non vi capisce.