L’orsa Kj1 è stata uccisa. L’epilogo era nell’aria da qualche giorno. La Giunta guidata da Maurizio Fugatti ha fatto di tutto per arrivare all’abbattimento, peraltro in una successione di decisioni politiche non del tutto trasparenti e chiare, se non per il filo che le ha tenute insieme. E cioè la volontà di liberarsi dell’orsa nel peggior modo possibile.
Ma perché Fugatti vede come unica soluzione alla convivenza con gli orsi la loro uccisione? Da una parte, dal punto di vista del consenso elettorale, il pugno forte paga (Fugatti guida la provincia autonoma di Trento dal 2018). Dall’altra parte, proporre soluzioni alternative implica necessariamente il ricorso a un certo grado di complessità: informare la cittadinanza, avere cittadini e cittadine consapevoli, creare cultura (a partire dalle scuole), fare prevenzione; e, da ultimo, prendere scelte – in linea con quanto accade all’estero – che possono scontentare qualcuno. Per esempio, chiudendo boschi e sentieri.
Di tutta questa vicenda, ci sono due aspetti che mi inquietano. Il progetto Life Ursus è partito nel 1996 con l’obiettivo di ripopolare le Alpi italiane coi grandi plantigradi (scomparsi, come i lupi, per via dell’attività venatoria). Il progetto è stato accolto con grande entusiasmo da parte della maggioranza della popolazione locale, perché avere gli orsi sul proprio territorio significa ricchezza. E qui non mi riferisco alla biodiversità – che ovviamente, nel discorso complessivo, c’entra – ma mi limito a pensare a quella economica. Avere gli orsi sulle proprie montagne nell’immaginario collettivo – e in quello del turista – significa natura incontaminata, selvaggia. Significa, in definitiva, riconoscibilità all’estero (penso al marketing legato all’orso) e, dunque, appetibilità. Ora, però, l’orso è diventato un problema. Ed eliminarlo è la facile soluzione. Non la convivenza, ma l’uccisione. Quindi l’uomo dispone a proprio piacimento, come una specie di divinità – o un surrogato di essa – di un animale prima ucciso nelle battute di caccia, poi reimmesso in natura e, alla fine, eliminato di nuovo.
La storia di Kj1 – i cui tre cuccioli ora rischiano di morire – va oltre la sensibilità del singolo individuo: mi indigno, non mi indigno, mi disinteresso del tutto. Va oltre perché mette in gioco alcuni principi fondamentali, primo tra tutti quello per il quale alcune cose della Terra – se di essa vogliamo avere cura – hanno un valore di per sé, un valore intrinseco slegato da interessi di altro carattere (anche economico). Per questa ragione gli orsi (e la fauna selvatica in generale) sono patrimonio indisponibile dello Stato. Patrimonio indisponibile. Un concetto che troppo spesso viene svuotato di significato.