Adesso il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto prospetta un’ulteriore revisione dei programmi di spesa per il Mezzogiorno nell’ambito del Pnrr. I fondi ottenuti da Bruxelles tra prestiti da ripagare e trasferimenti ammontano, come e noto, a 194 miliardi di euro (122 mld sono prestiti che vanno restituiti). Il 40% di questa somma deve (o, a questo punto, dovrebbe) essere utilizzata per il Sud del paese. L’obiettivo “finale, non l’obiettivo in corsa” è che “noi dobbiamo garantire che il 40% delle risorse vengono a spesa al Sud. Su questo bisognerà interrogarsi” e “ci sarà l’esigenza di valutare qualche altra revisione? Forse sì“, ha affermato oggi Fitto, in audizione presso le commissioni riunite di Camera e Senato. “Cambia il mondo, noi dobbiamo rimanere fermi nel non modificare nulla?”, si domanda il ministro.

Nel luglio del 2023, Fitto contrattò con Bruxelles alcune modifiche al piano italiano pur lasciando inalterato l’ammontare complessivo degli stanziamenti. Alcuni progetti furono spostati dal Pnrr a fondi strutturali e di coesione che richiedono però una compartecipazione alla spesa da parte del paese destinatario. Di fatto quindi aumentando le cifre in gioco. E anche in questo caso i ritardi di spesa sono importanti.

Fitto ha descritto ai parlamentari lo stato dell’arte. Al 17 di luglio la spesa del Pnrr “era di 51,3 miliardi di euro, ad oggi è di 52,2 miliardi di euro”. Il ministro che ha fortemente centralizzato la gestione delle risorse e la messa in opera dei progetti finanziati, conferma quindi cifre che mostrano un ritardo importante sulle tempistiche previste. È stato speso meno della metà dei 113,5 miliardi già ricevuti. Tuttavia Fitto precisa che “Il tema della proroga del Pnrr è un tema che, per quanto mi riguarda, non è all’ordine del giorno della discussione politica” anche se “è legittimo ed è corretto – non c’è nessuna polemica, tensione o visione differente – che ci sia un dibattito su questo”.

Il ministro spiega che “In pochi giorni vediamo un avanzamento della spesa che è collegato ad un altro elemento molto importante che vorrei sottolineare, a fronte di 132 miliardi di euro totali di gare d’appalto per i diversi interventi, ci troviamo di fronte ad interventi attivati per 122 miliardi di euro (ma non si tratta di spese effettuate, ndr), pari al 92%”. “Sono numeri che, secondo Fitto, indicano in modo molto chiaro non solo l’avanzamento del piano ma come si sia superata la fase inevitabile” relativa alla necessità di mettere in campo il percorso delle procedure, con la progettazioni e la realizzazione delle gare, e quindi oggi la realizzazione degli interventi “è in corso”.

In generale, a fronte dei 194 miliardi di euro complessivi del piano di ripresa e resilienza “sono state attivate misure interventi per 165 miliardi di euro”, sottolinea ancora il ministro. “Questa percentuale pari all’85% dà un segnale di coerenza complessiva rispetto all’avanzamento del piano. In questi primi sei mesi del 2024 per la prima volta non compare nessuna misura sul terreno dell’automatismo”, come credito d’imposta 4.0, o super bonus che “hanno caratterizzato il grosso della spesa negli anni precedenti” ma” è spesa collegata invece agli investimenti”.

“È molto grave che il ministro Fitto non dia alcuna risposta sul vincolo del 40% dei fondi europei da destinare al Sud all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Questo esecutivo nasconde la verità e danneggia il Mezzogiorno. Sul Pnrr rischiamo un vero e proprio disastro, perché siamo indietro nella spesa. Abbiamo un governo capace solo di rinviare le scadenze, senza riuscire a spendere le risorse che abbiamo grazie al lavoro del presidente Conte e del Movimento 5 Stelle al governo”, dice il deputato del Movimento 5 Stelle Filippo Scerra, intervenendo nel corso dell’audizione del ministro. “Sul rispetto di Quota Sud del Pnrr non possono esserci ambiguità. Il ministro Fitto dice che il vincolo va garantito, salvo però aggiungere che bisognerà interrogarsi e che ci potranno essere revisioni. Sarebbe utile perciò una sua precisazione sulle ulteriori revisioni che ha annunciato: serviranno a realizzare quella quota, che impone di investire nel Mezzogiorno almeno il 40% delle risorse territorializzabili? O serviranno a modificarla al ribasso? “. Così Mara Carfagna, presidente di Azione.

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