La terza ordinanza alla fine ha proposto ciò che Fugatti e Failoni volevano a tutti i costi: uccidere l’orsa KJ1. Ed è avvenuto nel più subdolo dei modi. Un’ordinanza emessa in tarda serata, proprio per evitare impugnazioni e proteste; l’orsa era monitorata, quindi si sapeva in tempo reale dove fosse; ordinanza emessa, forestali avvisati… orsa uccisa. Tutto in un blitz, come già avvenne con M90 pochi mesi fa. Tutto come da copione.
Ormai la strada è tracciata, con la famosa legge Failoni, quella dell’assessore promotore della famosa legge “ammazza orsi”. E che ne sarà ora dei tre cuccioli di questa mamma orsa, uccisa per averli difesi, uccisa per un incontro avvenuto in mezzo al bosco, regno degli animali?
Purtroppo qui in Trentino si usa dire che il bosco è la casa dei trentini; capite che con questa mentalità non si può ragionare di convivenza? La politica salta direttamente alla fase di abbattimento, evitando tutte le procedure preliminari del Pacobace (le regole di gestione ufficiali delle procedure per gestione orsi problematici); le procedure prevedono monitoraggio, dissuasione, interdizione dei luoghi di passaggio di mamma orsa per la sicurezza di tutti; eppure solo la fase finale viene considerata dalla politica di Fugatti e Failoni.
Rimane tanta tristezza per i cuccioli, chissà se sopravviveranno. Quante volte ancora dovremo assistere a barbarie simili? Un’altra mamma orsa è stata uccisa, e il trofeo predisposto dal principe regnante per il popolo che osanna la morte di questi animali è servito. Abbiamo perso tutti; il Trentino in credibilità sulla tutela della biodiversità, la politica in capacità gestionale.
E intanto un’altra mamma orsa è stata barbaramente uccisa. A Trento, sabato 3 agosto ore 20, davanti al Duomo, ci sarà un sit-in pacifico, con una fiaccolata contro la violenza; non contro persone o – come alcuni organizzano – contro gli orsi; contro la violenza, sempre e comunque.