Giustizia & Impunità

Abuso d’ufficio cancellato: il potere impunito è la fine dello Stato di diritto

Il potere impunito è la fine dello stato di diritto. La storia d’Italia ha già dimostrato che lo Stato non vuole farsi processare e che la storia della nostra giovane Repubblica è insanguinata da stragi e omicidi devastanti con responsabilità di uomini dello Stato. Senza verità e giustizia non può esserci però democrazia. La volontà della gran parte della politica e di un pezzo delle istituzioni è stata sempre quella di non farsi controllare e giudicare. Di essere al di sopra della legge. E finanche di colpire, con la strategia della tensione militare prima e con i proiettili istituzionali poi, coloro che erano e sono leali allo Stato e alla Repubblica e che con disciplina e onore servivano e servono le istituzioni democratiche.

La cancellazione dell’abuso d’ufficio, come ultima clava del potere nei confronti della legalità, è passata molto in secondo piano, quasi come se fosse un fatto tecnico da addetti ai lavori. Mai come in questo caso il prezzo dell’impunità del potere lo pagano le persone oneste, soprattutto i senza potere. Chi abusa del potere potrà farlo godendo dell’impunità di Stato. E chi denuncia gli abusi del potere non avrà una magistratura autonoma pronto ad ascoltarlo, perché le ingiustizie diventano illegalità legalizzate.

Perché è devastante la cancellazione del reato di abuso d’ufficio? Per due ragioni soprattutto. La prima perché gli abusi del potere non sono più reato e si garantisce l’impunità a chi commette fatti anche gravissimi. Forse gli esempi rendono più di ogni altro ragionamento. Un ministro che concede finanziamenti ad una azienda di cui è socio non è più reato. Un presidente di regione che firma contratti di sviluppo in favore del fratello imprenditore non è più reato. Il sindaco che concede un permesso a costruire al figlio non è reato. Il pubblico ministero che chiede l’archiviazione del procedimento nei confronti della moglie non è più reato. Il poliziotto che abusa del potere per perseguire senza motivo un cittadino non è reato. Un dirigente di un’azienda pubblica adibita a controlli per la salute pubblica che agisce per distruggere un imprenditore onesto e per coprire un imprenditore disonesto non commette reato.

Questa impunità di Stato produce anche la cancellazione di migliaia di condanne intervenute negli anni per abuso d’ufficio. La più grande amnistia per i potenti, mentre le carceri traboccano di persone senza potere non di rado recluse in conduzioni disumane anche per fatti molto meno gravi.

La seconda ragione è legata al fatto che quasi tutte le indagini per i delitti di corruzione, concussione, truffe imponenti con il denaro pubblico, associazioni per delinquere nascono proprio da indagini di abuso d’ufficio: da una delibera illegittima, un finanziamento illecito, una condotta deviante, un’azione illegittima. E poi con le indagini di magistratura e polizia giudiziaria si arrivano ad individuare delitti ancora più gravi. Hanno tolto uno degli strumenti più efficaci per individuare le più grandi malefatte del potere. L’eliminazione dell’abuso d’ufficio è sempre stato un obiettivo delle forze partitiche: in particolare di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Partito Democratico, Italia Viva, Azione ed altri ancora. La partitocrazia che non si processa e che si mette anche il bollino doc addosso della legalità apparente.

L’impunità gli serve anche a dire che loro sono puliti. Ovvio, non li puoi più nemmeno indagare. Più o meno nel silenzio generale è passata la più grande operazione di legalizzazione dell’abuso da parte di chi detiene il potere.