I carabinieri di Afragola (Napoli) hanno arrestato 6 persone, tra cui due parroci, nell’ambito delle indagini su una rapina che, secondo l’ipotesi pm Cesare Sirignano e procuratore Maria Antonietta Troncone, è stata eseguita per coprire gli abusi sessuali ai danni di due vittime maggiorenni. L’obiettivo della rapina erano i cellullari delle vittime, sui quali queste avevano memorizzato “immagini e chat a dir poco imbarazzanti che avrebbero potuto creare seri problemi ad alcuni frati dei monasteri in cui avevano lavorato le stesse vittime”. Padre Domenico Silvestro, il parroco della Basilica Pontificia di Sant’Antonio da Padova di Afragola, è accusato di violenza sessuale, mentre padre Nicola Gildi – che all’epoca dei fatti si trovava ad Afragola e che oggi è stato raggiunto dai carabinieri di Casoria nel Convento di Santa Maria Occorrevole di Piedimonte Matese (Caserta) – è ritenuto responsabile di rapina aggravata in concorso e violenza sessuale.

I parroci avrebbero abusato del proprio ruolo e delle condizioni di difficoltà economica delle due vittime per assicurarsi prestazioni sessuali. È stata disposta la misura cautelare per altre 4 persone che, a titolo diverso, sia direttamente che in concorso, avrebbero preso parte alla rapina per sottrarre le prove degli abusi, come messaggi o video degli incontri sessuali. La rapina è stata in parte tentata e in parte consumata da due persone, Danilo Bottino, 20 anni, e Biagio Cirillo, che ne compie proprio oggi 19, il primo con precedenti e il secondo incensurato. I due giovani avevano il volto coperto ed erano armati di una mazza da baseball e di un coltello. Dopo aver sfondato la porta d’ingresso, i rapinatori avrebbero anche minacciato le vittime: “Dammi il telefonino sennò ti spacco la faccia e ti uccido“. Le indagini hanno consentito di identificare in breve tempo gli autori materiali della rapina e di accertare sia i loro mandanti che il movente.

Sulla base delle dichiarazioni rese dalle vittime sono state attivate le operazioni di intercettazione telefonica ed acquisite le immagini dai sistemi di video sorveglianza presenti lungo il percorso seguito dai rapinatori, le vittime nel frattempo avevano anche riconosciuto in foto i rapinatori. I due non erano riusciti ad appropriarsi di entrambi i telefoni, cosa che ha permesso agli inquirenti di recuperare uno dei cellulari e di visionarne il contenuto. Salvato sul telefonino, gli investigatori hanno trovato materiale pornografico inequivocabile. Le stesse vittime hanno ricostruito in dettaglio le violenze subite: venivano costrette ad organizzare degli incontri sessuali di gruppo sotto ricatto, se non avessero organizzato le orge – specificano le vittime – non sarebbero state aiutate a racimolare cibo e beni di prima necessità. I ragazzi che partecipavano agli incontri, venivano adescati tramite app di incontri, come Tinder o Ciao Amigos, “In queste orge ero costretto anch’io ad avere rapporti sessuali, altrimenti non mi avrebbe più aiutato“, dice la vittima.

I militari dell’Arma hanno avvertito il vescovo della diocesi di Aversa – così come previsto dall’articolo 129 del codice penale – e informato anche la Santa Sede. Il provvedimento cautelare è una misura disposta nell’ambito delle indagini preliminari, che potrà essere impugnata, gli indagati sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva. Assieme ai due parroci e ai rapinatori, sono stati fermati anche Antonio Di Maso, 43 anni, accusato di avere fatto da intermediario tra il frate mandante e l’organizzatore della rapina e Giuseppe Castaldo, 52 anni. Anche Castaldo avrebbe partecipato all’organizzazione degli incontri, anche lui come Di Maso è un imprenditore di Afragola e avrebbe anche avuto legami con la criminalità organizzata di Marigliano.

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Afragola, la vittima: “Io, ricattato dal frate: gli organizzavo le orge in cambio di cibo e lavoro”

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