“In realtà non c’è una linea chiara, se al Cio va bene che si misuri solo il livello del testosterone a noi non rimane che accettarlo e combattere, se queste sono le regole. Non sono un medico, non so perché l’Iba fa il test sul Dna e perché non lo faccia il Cio, però va fatta chiarezza una volta per tutte“. Così Irma testa – pugile italiana della categoria dei pesi leggeri – ha commentato ai microfoni dell’Ansa quanto accaduto durante il match di boxe tra Angela Carini e Imane Khelif, atleta algerina intersessuale finita al centro della polemica politica per la sua partecipazione alle Olimpiadi di Parigi. Sono bastati 46 secondi alla poliziotta campana per maturare la decisione di lasciare il ring. Khelif ha affondato un violento destro che l’ha colpita nella parte bassa del volto. A quel punto, dopo una prima interruzione, l’azzurra si è ritirata consegnando la vittoria alla pugile algerina, che è avanzata così ai quarti di finale. E mentre i social si spaccano a metà sulla questione, anche la politica entra in campo.

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Anche Irma Testa si è esposta pubblicamente, sottolineando non tanto il gesto di Carini di abbandonare il ring quanto analizzando la difficoltà dei vari comitati nel varare una regola che possa andare bene in qualsiasi tipo di circuito. Imane Khelif, infatti, un anno fa era stata esclusa dai Mondiali di boxe per aver fallito i test di verifica del sesso; quest’anno, invece, il Cio (Comitato internazionale olimpico) ha deciso di farla partecipare regolarmente perché l’atleta rispetta i parametri ormonali stabiliti per i Giochi. “Se io avrei fatto come Angela? Non lo so, il pugilato è uno sport individuale e ognuno decide per sé stesso“, ha concluso Irma Testa.

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