Le macchie nere sulla schiena di Nicolò Martinenghi hanno fatto più notizia della sua medaglia d’oro vinta nei 100 metri rana alle Olimpiadi. Cerchi perfetti e simmetrici sulla schiena del campione italiano che hanno destato più di qualche curiosità. Più specificatamente, si tratta dei segni rimasti (temporaneamente) dopo una seduta di coppettazione, pratica di “medicine alternative” che avrebbe anche lo scopo di attivare “forze cosmiche” a vantaggio dei beneficiari del trattamento. Attualmente, nessuno studio scientifico attendibile ha provato che la coppettazione abbia un reale effetto terapeutico. Ai fini della performance agonistica, dunque, non porterebbe a nessun reale beneficio. Gli scienziati anzi mettono in guardia, alcuni studi citano la possibilità di effetti collaterali per una pratica che se fatta in modo errato può persino risultare dannosa provocando ustioni, contusioni e infezioni alla pelle.

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Cupping, da dove nasce la terapia antidolorifica
Come funziona il cupping? Il trattamento si svolge applicando per qualche minuto sulla pelle coppe di vetro riscaldate con una fiamma creando l’effetto di una ventosa. In questo modo, dovrebbe riattivarsi la circolazione per attenuare dolori. Le coppette possono poi essere mosse creando una sorta di massaggio. Secondo gli interpreti più visionari della pratica, avrebbero anche la funzione di intercettare energie cosmiche latenti. Certo, la pratica vanta dal suo ferventi sostenitori e sostenitrici, esperti del calibro di Gwyneth Paltrow, Jennifer Aniston, Lady Gaga o Victoria Beckham e i primi riferimenti al suo utilizzo si troverebbero addirittura in documenti dell’antico Egitto. La coppettazione è rimasta la stessa e ai nuotatori piace. Di certo, non è stato il motivo per cui Martinenghi abbia vinto la medaglia d’oro.

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