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“Sono i segni di una fellatio?”, “è una magia nera”, “pensavo fossero lamprede”: il web scatenato sulla coppettazione alle Olimpiadi 2024

Va in tendenza l'ultima pratica medica (non convenzionale) sfoggiata dal campione olimpico Nicolò Martinenghi

Cos’è la coppettazione? È quello che ci siamo chiesti tutti (o meglio, quasi) quando abbiamo visto il campione olimpico azzurro Nicolò Martinenghi sfoggiare degli strani cerchi neri durante tutta la competizione. Più specificatamente, si tratta dei segni rimasti (temporaneamente) dopo una seduta di coppettazione, pratica di “medicine alternative” che avrebbe anche lo scopo di attivare “forze cosmiche” a vantaggio dei beneficiari del trattamento.

Proprio su quest’ultimo tema è partita l’eterna lotta social tra chi crede sia giusto farla e chi crede sia sbagliato. E a vincere, come sempre, è stata l’ironia.

Epicentro dello scontro intellettualoide è ovviamente X, dove si dibatte tra chi si offre personalmente di fare gli stessi segni sulla pelle dell’atleta italiano e chi invece inneggia alla magia nera e alla stregoneria.

Tutti a parlare di coppettazione quando sono i segni che gli farebbe ognuna di noi“, scrive qualcuna che evidentemente fa parte del primo gruppo di persone. E non è l’unica, perché il web si è riversato per far sapere a Nicolò Martinenghi quanto sia apprezzato “anche” per la sua dote sportiva: “Quando gli scienziati indicano la coppettazione, le donne guardano il tocco de buro“, sentenzia un’utente. La comunità (verosimilmente femminile da quel che si evince dai commenti) del web si è dunque espressa all’unanimità: “Di tutto quel ben di Dio che ha Martinenghi i segni della coppettazione sono l’ultima cosa che ho notato“. Ma il commento più apprezzato dagli utenti resta quello che associa l’antica pratica a cinese alle attività praticate dagli innamorati. Sipario.


Ma non è l’unico filone intervenuto sull’argomento. Non possono mancare (non sia mai) i fan dei salumi, sempre pronti a intervenire al minimo accenno della parola ‘coppa’.


E non mancano nemmeno coloro che notano delle similitudini tra la pratica in voga tra gli sportivi e i segni lasciati da alcuni animali marini. “Ah, ed io che pensavo si allenasse a nuotare in acque popolate da lamprede marine”, ironizza qualcuno.

Un’altra scuola di pensiero decisamente accanita è di quelle meno ironiche, ma non per questo poco divertenti. “Segni del demonio!”, precisa qualcuno probabilmente impaurito da una possibile epidemia di ecchimosi nuotanti (o speranzoso che la stessa epidemia gli lasci in dote una medaglia d’oro olimpica).