Non c’è ancora una risposta sulla morte di Alex Marangon, il 26enne di Marcon scomparso la notte del 30 giugno da un ritiro sciamanico nel parco dell’Abbazia di Vidor. È caduto da un dirupo o è stato ammazzato di botte? Non ci sono certezze in merito e, per provare a fare chiarezza, il procuratore di Treviso Marco Martini ha disposto il test del capello per tutti i partecipanti al ritiro di musica medica, come richiesto dai genitori. Dal ritrovo, il ragazzo si era allontanato da solo e senza lasciare traccia, per poi essere ritrovato morto, a pochi chilometri di distanza, 3 giorni dopo.

L’ipotesi delle sostanza allucinogene – La Procura di Treviso ha disposto l’esame con l’intenzione di individuare nei presenti tracce di eventuali sostanze stupefacenti, tra cui l’ayahuasca, una particolare erba allucinogena di provenienza amazzonica la cui assunzione fu inizialmente indicata come la possibile causa della perdita di controllo del ragazzo. I risultati, comparati con gli esami tossicologici su tessuti e fluidi prelevati dal corpo di Marangon, potrebbero dare indizi utili a chiarire le esatte dinamiche della vicenda. Gli sciamani e organizzatori del ritiro hanno sempre smentito che, alla base del ritrovo, ci fossero sostanze psicotrope di tradizione sciamanica, affermando che i partecipanti avrebbero assunto solamente tisane e infusi depurativi.

Omicidio o sacrificio umano? – La mamma di Alex, Sabrina Bosser crede nella pista dell’omicidio: “Noi pensiamo che Alex abbia subito oppure abbia assistito a una violenza. E si sia rifiutato di partecipare, si sia ribellato. E qualcun altro ha reagito, ammazzandolo di botte, magari per paura che parlasse”. La famiglia non esclude nemmeno la possibilità che il figlio sia stato vittima di un sacrificio: “Abbiamo scoperto che esistono dei riti sciamanici che avvengono proprio il 30 giugno e il 30 dicembre, con il loro apice alle 3 di notte: un sacrificio. Alex è stato ucciso alle 3 di notte del 30 giugno“.

La procura indaga per omicidio, ma le ipotesi sul tavolo considerano anche il malore causato dall’eventuale assunzione di sostanze allucinogene. Per far luce proprio sulle sostanze che Alex potrebbe aver assunto – oltre all’ ayahuasca anche il veleno di rana – la famiglia del giovane, assistita dall’avvocato Stefano Tigani, ha deciso di affiancare al suo consulente medico legale Antonello Cirnelli una luminare nel campo delle analisi.

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