Mentre i partiti di opposizione, associazioni e sindacati, anche grazie alla piattaforma digitale, in dieci giorni, hanno raccolte già oltre 500mila firme per il referendum contro l’autonomia differenziata, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, il Piemonte, la Liguria e la Lombardia hanno già avanzato la richiesta di autonomia per le nove materie che non prevedono i Lep, i Livelli Essenziali delle Prestazioni. La legge sull’autonomia differenziata prevede che le Regioni non possano fare richiesta delle 23 materie previste, prima che il governo definisca e finanzi i Lep. Ma ci sono nove materie che non prevedono i Livelli Essenziali delle Prestazioni e, dunque, possono già essere richieste dalle Regioni allo Stato centrale, tramite la stipula di accordi. Cosa che è puntualmente avvenuta il 1 luglio scorso. Tra queste materie ci sono, tra le altre, la previdenza complementare, casse rurali, aziende di credito; la gestione di Enti di credito, i rapporti internazionali e con l’Unione europea, ma anche il coordinamento della finanza pubblica e il commercio estero.

Materia, quest’ultima, oggi di pertinenza dell’Istituto del Commercio Estero, che si trova sotto il controllo della Farnesina. La settimana scorsa, durante il Consiglio dei ministri, il ministro Calderoli ha svolto un’informativa sull’attuazione della riforma-bandiera della Lega, ma contenuta nel programma di tutto il centrodestra. Lì, come riportato da diversi organi d’informazione, il ministro Tajani ha espresso le sue perplessità sulla cessione alle 20 Regioni di questa materia. In precedenza, attraverso varie interviste, il presidente azzurro della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, aveva protestato contro la richiesta delle Regioni del nord e chiesto una moratoria. Niente autonomia, fin quando non verranno definiti e finanziati i Lep.

Il ministro degli Esteri, vicepremier e leader di Forza Italia con noi non ha voluto parlare. Infastidito dal tema che gli abbiamo sottoposto “perché non cambiate argomento, sempre le stesse cose…”. Si congeda, quando lo avviciniamo, mentre lascia la Camera dei deputati. Mentre Romeo (Lega) minimizza la contesa: “Non vediamo nulla di male nella richiesta delle Regioni. La legge sull’autonomia differenziata è una legge che va ad attuare una norma che è contenuta nella Costituzione, non stiamo facendo nulla di particolarmente eversivo”. Sostenitore delle richieste di Veneto, Lombardia, Liguria e Piemonte è Alessandro Cattaneo di Forza Italia. Ai ministri che abbiamo intercettato, in questi giorni, abbiamo chiesto quale sarà l’intenzione del governo. Siglare o bloccare la richiesta d’intesa di maggior autonomia delle Regioni del Nord? “Devo approfondire” afferma la ministra per le Riforme istituzionali Maria Alberti Cesellati che ci dà anche una novità: seconda la ministra infatti l’informativa di Calderoli proseguirà nel prossimo Consiglio dei ministri. Il ministro Musumeci confonde la richiesta delle quattro Regioni per avere l’autonomia con i Consigli Regionali che hanno per promuovere il referendum abrogativo. Fitto ha risposto che “dovete chiedere al ministro Calderoli”. E così abbiamo fatto. Ma Calderoli ci concede pochi secondi. “C’è una legge che prevede un percorso ed il governo si atterrà strettamente alla legge”.

Maggior freddezza da parte di esponenti di Fratelli d’Italia. Giovanni Donzelli, deputato e responsabile organizzazione del partito guidato da Giorgia Meloni: “Vedremo quello che conviene ai cittadini e le modalità che convengono, vedremo, approfondiremo quello che serve al Veneto, all’Italia e all’efficienza”. Il vice capogruppo di Fratelli d’Italia, Manlio Messina, si dice sicuro che “la legge prevede i Lep anche per materie che sono in questo momento distaccate dalla procedura che la legge prevede”. Così non è. Ma Messina insiste. Sul referendum e la gran mole di firme raccolte non preoccupa la Lega. Mentre per Matteo Renzi: “Se Meloni perderà il referendum si dovrà dimettere”.

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