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Bologna, Meloni ai familiari delle vittime: “Radici della strage nel mio governo? Attacchi ingiustificati”. La replica: “Prende in giro i morti”

La premier diffonde una nota in cui cita “le organizzazioni neofasciste” responsabili dell’attentato e replica a Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime che aveva accusato il governo dell’eredità postfascista e di portare avanti “progetti della P2” come la separazione delle carriere. La controreplica: "La premier smetta di fare la vittima"

Questa volta utilizza la due fatidiche parole: “Organizzazioni neofasciste“. Ma non si tiene lontana dalla polemica. Nel 44esimo anniversario della strage di Bologna, Giorgia Meloni diffonde una nota in cui cita velocemente gli esiti delle sentenze, ma poi replica anche a Paolo Bolognesi, presidente dei familiari delle vittime. Il motivo? Bolognesi ha sostenuto che “le radici di quell’attentato” oggi “figurano a pieno titolo nella destra italiana di Governo“.”Attacchi ingiustificati”, li ha definiti la leader di Fdi. Provocando la controreplica del presidente dell’Associazione dei familiari delle persone uccise il 2 agosto 1980: “La smetta di fare la vittima“, ha dichiarato, rivolgendosi alla presidente del consiglio. “Ha sempre detto che l’Msi è il suo partito di formazione, si legga allora la sentenza Bellini, che ha detto di aver lavorato per Almirante e ne ha fatte di cotte e di crude”. Killer di ‘ndrangheta ed estremista nero di Avanguardia Nazionale, Paolo Bellini è l’ultimo condannato per la strage alla stazione. “Sono stato un infiltrato per conto di Almirante“, ha dichiarato nel febbraio scorso davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Bologna, che per lui ha poi confermato l’ergastolo anche in secondo grado.

Il comunicato della premier – Dopo aver definito la bomba alla stazione come “uno degli eventi più drammatici della storia nazionale”, Meloni ha ricordato nel suo comunicato: “Il 2 agosto del 1980, il terrorismo, che le sentenze attribuiscono a esponenti di organizzazioni neofasciste, ha colpito con tutta la sua ferocia la Nazione e 44 anni dopo quel terribile attentato l’Italia intera si stringe ancora una volta alla città di Bologna e ai famigliari delle vittime”. Un passo avanti rispetto al comunicato diffuso l’anno scorso: in quel caso la presidente del consiglio si era limitata a definire la strage come uno dei “colpi più feroci” sferrati all’Italia dal “terrorismo“, senza specificare altro. Quale terrorismo? È noto come per gli 85 morti e i 200 feriti siano stati condannati in via definitiva Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, esponenti dei i Nuclei armati rivoluzionari, formazione terroristica di estrema destra. Poco più di un anno fa, tra l’altro, aveva provocato scalpore la foto che immortalava lo stesso Ciavardini in compagnia di Chiara Colosimo, deputata di Fdi, pupilla di Meloni appena eletta presidente della commissione Antimafia. Tra i più accesi critici di quell’elezione c’era proprio Bolognesi.

La replica a Bolognesi – Ovviamente la premier non entra nel dettaglio delle condanne emesse per la strage alla stazione, ma usa il resto del comunicato per rispondere a Bolognesi. Dopo essersi unita al dolore dei familiari e averli ringraziati “per la tenacia e la determinazione che hanno messo al servizio della ricerca della verità”, ha sostenuto: “Arrivare alla verità sulle stragi che hanno insanguinato l’Italia nel Dopoguerra passa anche dal lavoro che questo Governo, insieme a tutte le Amministrazioni dello Stato e nel solco dei Governi precedenti, sta portando avanti con il versamento degli atti declassificati all’Archivio centrale dello Stato”. Poi ecco la replica: “Allo stesso tempo, sono profondamente e personalmente colpita dagli attacchi ingiustificati e fuori misura che sono stati rivolti, in questa giornata di commemorazione, alla sottoscritta e al Governo”. Una replica indirizzata a Bolognesi, intervenuto nella consueta commemorazione di Palazzo d’Accursio, nel capoluogo emiliano, e poi subito dopo nei luoghi della strage.

“Clima di crescente odio” – “Sostenere che le radici di quell’attentato oggi figurano a pieno titolo nella destra di governo, o che la riforma della giustizia varata da questo governo sia ispirata dai progetti della loggia massonica P2, è molto grave. Ed è pericoloso, anche per l’incolumità personale di chi, democraticamente eletto dai cittadini, cerca solo di fare del suo meglio per il bene di questa Nazione”, scrive Meloni nel suo comunicato, in cui cita le dichiarazioni del presidente dell’Associazione dei familiari. “Credo che, in questo clima di crescente odio, le parole e i gesti stiano sfuggendo di mano anche alle persone più avvedute – prosegue la premier – Mi appello a tutti perché si torni all’interno di una cornice di normale dialettica in quella che, grazie ai sacrifici di tanti, è ormai una democrazia solida e matura”.

L’intervento del presidente dei familiari – Ma cosa aveva detto Bolognesi per provocare la replica piccata della capa dell’esecutivo? Semplicemente aveva ricordato che “gli ultimi processi, l’appello Cavallini e sui mandanti hanno certificato che la strage è stata organizzata e finanziata dai vertici della P2, protetta dal punto di vista organizzativo in maniera molto attenta dai nostri servizi segreti, ed eseguita da terroristi fascisti. È la verità e questa diventa la lettura della strategia della tensione, è un passo eccezionale per conoscere fino in fondo la storia criminale e politica del nostro paese”. Alla P2, come è noto, era iscritto anche Silvio Berlusconi. “È una cosa che lascia sgomenti. Abbiamo avuto un presidente del Consiglio che è stato membro della loggia P2, addirittura gli hanno intitolato un aeroporto. Portano avanti leggi che sono punti focali del piano di rinascita democratica. Sembra che chi è al governo non è che abbia compreso bene le verità processuali. È una lacuna notevole per la nostra democrazia”, aveva aggiunto Bolognesi.

“Il governo ha paura della verità” – Ma la parte che maggiormente ha infastidico la premier è quella in cui il presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime dice: “Le radici di quell’attentato, come stanno confermando anche le ultime due sentenze d’appello nei processi verso Gilberto Cavallini e Paolo Bellini, affondano nella storia del postfascismo italiano, in quelle organizzazioni nate dal Movimento Sociale Italiano negli anni cinquanta: Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale oggi figurano a pieno titolo nella destra italiana di Governo“. Applaudito dalla piazza, Bolognesi aveva aggiunto: “Per questa parte politica, lo stragismo e in particolare la strage di Bologna, rappresentano una macchia da togliere a tutti i costi dalla loro storia, da negare oltre ogni evidenza”. E ancora aveva sostenuto: “Questa verità fa ancora paura ai nostri attuali governanti, e allora si mette in campo la strategia più disperata, ma anche la più subdola e viscida: quella del silenzio. L’attuale presidente del consiglio, Giorgia Meloni, in occasione del 43/o anniversario parlò di terrorismo, di vigliaccheria e di ferocia, ma si guardò bene dal nominare la matrice fascista. Sui processi ancora in corso per la strage di Bologna si tace: stampa e mass media sono silenti o trattano sbrigativamente la questione come un fatto locale”.

La contro-replica di Bolognesi – Alle accuse della presidente del Consiglio, Bolognesi ha contro-replicato tramite l’agenzia Ansa: “Giorgia Meloni la finisca di fare la vittima“, ha dichiarato. “Ho visto altri fare le vittime durante i processi e poi sono stati condannati, le vittime sono gli 85 morti e i morti nelle altre stragi, che sono tutte fasciste. Non è una vittima, ma una che prende in giro le vittime“. Quindi ha rilanciato: “Invito Meloni a leggere il Piano di rinascita democratica, per rendersi conto. Ha sempre detto che l’Msi è il suo partito di formazione, si legga allora la sentenza Bellini, che ha detto di aver lavorato per Almirante e ne ha fatte di cotte e di crude”. Poi ha spiegato all’Adnkronos: “Non credo di aver detto delle follie, non li ho accusati di aver fatto la strage, ma dico che quelli che hanno poi fatto la strage, ad esempio la Mambro, viene dall’Msi o altri vengono dall’Msi”.

La replica di Colosimo: “Sono nata nel 1986” – Poi Bolognesi è tornato a contestare l’elezione di Colosimo a presidente della commissione Antimafia. “Proprio nel momento in cui la commissione Antimafia deve far luce su presenze inquietanti di personaggi coinvolti a vario titolo con l’eversione fascista e nelle stragi del ’92-’93, il Governo nomina presidente della commissione stessa l’onorevole Chiara Colosimo. La foto che la ritrae in posa non proprio istituzionale con il terrorista stragista Ciavardini, diffusa e discussa ampiamente su giornali e televisioni, ci induce a ritenere quella nomina politicamente inopportuna al massimo livello”. Meloni non ha commentato questa parte delle dichiarazioni. Lo ha fatto direttamente la presidente dell’Antimafia. “Non ho alcuna intenzione di rispondere agli attacchi personali di queste ore, perché non intendo alimentare alcuna polemica. La risposta è anagrafica: sono nata nel 1986“, ha scritto su X Colosimo. “Credo – ha aggiunto – che mettere a disposizione gli atti declassificati, così come sta facendo il governo, sia il modo migliore per perseguire verità e giustizia”.

Schlein: “Meloni fa la vittima” – Ad accusare Giorgia Meloni di vittimismo è stata anche Elly Schlein. “Fare la vittima attaccando il Presidente dell’associazione dei familiari delle vittime nel giorno in cui si commemorano gli 85 morti e i 200 feriti dell’infame strage neofascista alla stazione di Bologna è un’operazione deplorevole. Le sentenze sulla strage e la sua matrice neofascista ed eversiva accertano i fatti accaduti, altro che “attribuiscono”, come si legge nella nota di Palazzo Chigi”, dice la segretaria del Pd.”Chi amministra una comunità – aggiunge Schlein – dovrebbe cucire le fratture, sanare le ferite, mentre Meloni fa il contrario: spacca, divide, mette gli uni contro gli altri. È evidente che non è in grado di guidare questo Paese”.