Aumentano ancora i casi di Covid in Italia, l’indice di positività sale al 16,9%. Nell’ultima settimana, i tamponi effettuati sono stati oltre 100mila. L’aumento delle ospedalizzazioni – soprattutto tra gli over 75enni – è lineare e continuerà prevedibilmente per i primi 20 giorni di agosto. I dati, tuttavia, non sono preoccupanti: alla crescita dei casi positivi, infatti, per ora non si è accompagnato un incremento delle terapie intensive.
I dati – Nel periodo 25-31 luglio sono stati eseguiti 100.669 test, in lieve aumento rispetto ai 98.771 dei 7 giorni precedenti (18-24 luglio). I dati sono del bollettino settimanale pubblicato sul sito del ministero della Salute, secondo cui l’indice di positività è salito di 3,1 punti percentuali, dal 13,8% al 16,9%.
Le regioni più colpite – Campania, Lombardia e Lazio si confermano le regioni maggiormente colpite da questa nuova ondata, con quasi 9mila casi in tutto, rispettivamente 3.071, 2.957 e 2.450. Antonello Maruotti, ordinario di Statistica dell’Università Lumsa e co-fondatore dello StatGroup19 – il gruppo interaccademico di studi statistici sulla pandemia di Covid 19 – commenta i dati del monitoraggio settimanale: “Abbiamo una situazione di crescita e diffusione del virus ma senza conseguenze sul sistema“, dice.
“Nell’analisi dei dati Covid si osserva una forte discrepanza tra le regioni nell’incidenza e nei ricoveri. Il numero dei posti letto occupati nel Lazio e in Sicilia – aggiunge – è molto simile ma se confrontiamo questi dati con le rispettive incidenze si capisce che c’è qualcosa che non va visto, che l’incidenza è ben diversa, molto alta nel Lazio e più bassa Sicilia, ma hanno quasi lo stesso numero di ricoveri. Non ha senso quindi oggi analizzare l’incidenza ma occorre tenere d’occhio i ricoveri“.
I decessi – Per quanto riguarda i decessi “confrontando il 2023 e il 2024, fino al 21 luglio dello scorso anno avevamo avuto circa 6mila morti mentre quest’anno sono 1.700 circa”, continua Maruotti. E conclude: “nel 2023 abbiamo chiuso l’anno con 10mila morti Covid e quest’anno arriveremo, si stima, a 3mila. Tanti, ma osserviamo una netta differenza“.
Anche il presidente della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) Giovanni Migliore, considera “non gravi” gli ultimi dati sui ricoveri ospedalieri messi a disposizione dal Ministero della Salute. La priorità resta il monitoraggio e la salvaguardia dei soggetti fragili. “Si rileva una decelerazione nella diffusione dei contagi che però si accompagna a un incremento nella proporzione dei test positivi”, commenta Migliore. “Questo elemento potrebbe fare sospettare una consistente sotto notifica dei reali casi positivi, che quindi induce a ribadire le raccomandazioni di cautela e protezione nei confronti dei soggetti fragili, seguendo i comportamenti di buon senso che conosciamo, evitando luoghi chiusi e, in caso di sintomi, magari valutare di restare qualche giorno a casa”, conclude.