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I giornalisti di Gaza si tolgono il giubbotto con la scritta ‘Press’ per protesta dopo l’uccisione di due colleghi di Al Jazeera: “Non siamo criminali”

Mercoledì 1 agosto due giornalisti di Al Jazeera nella Striscia di Gaza, il reporter Ismail al-Ghoul e il cameraman Rami al-Rifee, sono stati uccisi da un attacco mirato alla loro auto dall’esercito israeliano. Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti al-Ghoul è il cronista numero 108 ucciso dall’inizio del conflitto, quindi dal 7 ottobre. Durante i funerali, i colleghi dei due reporter, straziati e sconvolti per il dolore, si sono sfogati davanti alle telecamere agitando il giubbetto blu di al-Ghoul: “Dall’inizio della guerra siamo impegnati a raccontare il conflitto. Ma il giornalismo non è un crimine”. Per protesta poi si sono tolti tutti la fascia Press: “È inutile, ci rende degli obiettivi degli israeliani”.

Secondo l’esercito di Tel Aviv, che ha rilasciato una dichiarazione ieri, il giornalista di Al Jazaeera era “un terrorista di Hamas” e aveva insegnato ai membri della formazione islamica “a registrare gli attacchi e le operazioni contro le truppe dell’Idf”. Accuse respinte dall’emittente del Qatar. Al Ghoul era già stato fermato alcune settimane fa davanti all’ospedale Al-Shifa e poi rilasciato senza accuse formali.

video Twitter/Abdel Sam – Instagram/karamnaji1