“Sono davvero addolorato che il nostro incontro le sia costato la vita. Mi sento in colpa, lei voleva solo proteggere i suoi cuccioli”. Lo ha detto Vivien Triffaux , il 43enne francese che è stato aggredito dall’orsa Kj1 nei boschi sopra Dro lo scorso 16 luglio, in un’intervista a T Quotidiano.
“Avrei sperato che si potessero trovare compromessi che garantissero la sicurezza delle persone, senza però mettere a rischio la preservazione della biodiversità”, ha aggiunto. Il 43enne, da qualche giorno ha fatto ritorno in Francia, ma non ha smesso di seguire da vicino la vicenda dell’orsa che lo aveva aggredito. Con due provvedimenti, il Tar aveva bloccato l’ordinanza del presidente della Provincia autonoma di Trento per l’abbattimento dell’orsa Kj1.Tuttavia, una terza ordinanza di abbattimento è stata eseguita qualche giorno fa – il 30 luglio – sempre per volontà del presidente Maurizio Fugatti.
“La tutela della natura e degli ecosistemi per me è una priorità fondamentale – ha dichiarato Triffaux -. Vorrei che il dibattito avvenisse in un clima sereno, per trovare una coesistenza giusta tra l’uomo e le specie animali, e che si adottassero misure preventive per ridurre gli incontri tra esseri umani e animali selvatici. E poi, quello che secondo me è davvero importante, è che si faccia informazione sui comportamenti da adottare quando questi incontri avvengono, anche se è difficile mantenere il controllo in certe situazioni”.
Al quotidiano, il turista di Strasburgo ha raccontato di essere tornato nei boschi: “Ieri sono riuscito a fare una passeggiata nel bosco per la prima volta, il che mi ha fatto molto bene, anche se provo ancora delle paure che prima non avevo. Ad esempio, mi sorprendo a spaventarmi all’idea di incontrare all’improvviso qualche animale selvatico. Anche se è quasi impossibile che possa succedere di nuovo. Soprattutto nei boschi dei Vosgi”-