Prima l’annuncio choc, poi la repentina retromarcia, nel giro di poche ore e a seguito di un contatto con il ministero. Industria italiana autobus fa sapere di aver annullato “l’avvio della procedura di trasferimento collettivo” anche a seguito della convocazione, concordata con il ministero delle Imprese e del made in Italy, di una riunione per l’esame congiunto delle problematiche relative al sito di Bologna” prevista per il 2 settembre. Poche ore prima (alle 13) l’azienda aveva inviato una email ai sindacati in cui prospettava per 77 dipendenti (su 159) il trasferimento da Bologna ad Avellino, decretando di fatto la chiusura del sito emiliano dal prossimo 16 settembre. Una comunicazione giunta nel giorno in cui la città commemora la strage fascista del 2 agosto 1980 e che ha mandato i sindacati su tutte le furie spingendoli a dichiarare sciopero immediato.

“C’è un tema di metodo. Annunciano la chiusura della produzione di un’azienda il pomeriggio dell’ultimo giorno di lavoro e cercano di approfittare dei tempi della chiusura per avvantaggiarsi nella procedura. Oltre alla scorrettezza, il 2 agosto a Bologna non è un giorno casuale. O denota un’ignoranza senza limiti, e confermerebbe l’inadeguatezza dell’imprenditore, oppure è voluto: l’ennesimo sfregio sulla città di Bologna. Non so cosa è peggio”, ha detto Michele Bulgarelli, segretario della Cgil di Bologna. Fiom, Fim, Uilm, Fismic e Ugl hanno immediatamente chiesto un incontro al ministero ricordando come il Mimit avesse dato “una serie di rassicurazione al momento del passaggio di Iia all’imprenditore Civitillo, che oggi vengono clamorosamente disattese”.

“Questo annuncio dimostra l’inaffidabilità di Seri Industrial, che ha provato a sconfessare in modo autonomo quanto annunciato, delegittimando così il tavolo del ministero come luogo di composizione istituzionale della vicenda”, dichiarano l’assessore allo sviluppo economico dell’Emilia-Romagna Vincenzo Colla e il sindaco di Bologna, Matteo Lepore.

“La cessazione dell’attività produttiva di Bologna era già prevista nel piano industriale di Iia elaborato nel settembre 2023 con il supporto di un primario advisor”, aveva puntualizzato Industria italiana autobus, nella comunicazione inviata ai sindacati in cui si decretava la fine dell’ex Bredamenarinibus, una realtà che con diversi assetti societari ha attraversato 105 anni di storia.

Ila, principale azienda italiana per la costruzione di autobus, aveva avuto come socio forte Lenardo (controllato al 30% dal Tesoro). Il gruppo ha però ceduto la sua partecipazione alla fine dello scorso giugno, vendendola a Seri industrial, guidata da Vittorio Civitillo. Un’operazione che, come riportato da Il Fatto Quotidiano, aveva suscitato perplessità e preoccupazione tra lavoratori e sindacati. Come si legge sul sito della società,La mission di Seri Industrial è accelerare la transizione energetica verso la sostenibilità e la decarbonizzazione, controllando l’intera supply chain degli accumulatori elettrici”. Nessuna esperienza nel settore autobus.

Il passaggio di proprietà era stato però benedetto dal ministero, nonostante in campo ci fosse anche una cordata a trazione “bolognese” di cui facevano parte il patron di Sira Industrie Valerio Gruppioni, il vicepresidente di Confindustria Maurizio Marchesini, Maurizio Stirpe e Nicola Benedetto. Dalle parti del ministero, si fa notare che sarebbe stato singolare avallare l’operazione con la prospettiva di una chiusura in tempi brevi di uno dei due stabilimenti.

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