Olimpiadi Parigi 2024

La versione di Angela Carini: “Il mio ritiro? Nulla di programmato, ma una scelta d’istinto. Mi scuso per non aver salutato Khelif”

"Non avevo mai ricevuto un colpo così forte: ci tenevo ad arrivare fino in fondo. Sono dispiaciuta per la mia avversaria: lei non c'entra nulla": l'intervista dell'atleta italiana a La Gazzetta dello Sport

L’impatto mediatico prima e dopo la gara, il ritiro e le lacrime sul ring. La politica entra in gioco e i social si dividono. Si potrebbe riassumere così l’Olimpiade di Angela Carini, pugile italiana che ha abbandonato dopo meno di un minuto la sfida contro Imane Khelif, atleta algerina intersessuale finita al centro della polemica politica per la sua partecipazione ai Giochi di Parigi. “Ho subito un primo colpo dalla mia avversaria, e ho sentito subito male al naso e alla faccia. Poco dopo ne ho ricevuto un altro, e mi ha fatto malissimo, tanto che il naso poi mi è sanguinato anche all’antidoping. Non respiravo più, ho pensato alla mia famiglia, ho guardato mio fratello in tribuna e sono andata verso l’angolo per ritirarmi. Non mi sentivo più in grado di finire il match”. Queste le sue parole rilasciate a La Gazzetta dello Sport. “Quel secondo colpo è stato come una scossa: mi chiamano la Tigre, sul ring non ho mai avuto paura, ma un colpo così forte non l’avevo mai ricevuto. E in quegli istanti ho pensato che Dio stavolta mi avesse riservato questo, di non poter andare avanti. Mi sono arresa, c’era qualcosa che non andava: secondo me è un segno di maturità e non di debolezza capire quando è il momento di farsi da parte. Non c’era nulla di programmato, è stata una scelta d’istinto“.

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Carini: “Se per il Cio lei poteva combattere, io rispetto questa decisione”
“Quando mi sono svegliata, ho alzato gli occhi al cielo e ho chiesto a papà di indicarmi la strada e di darmi la forza, dopo tre anni di preparazione questo era finalmente l’ultimo chilometro. Quando sono salita sul ring, mi sentivo determinata e grintosa“. Negli ultimi giorni non si è fatto altro che parlare di questo match: un’attesa e un clamore che, però, non sembrerebbe aver condizionato Angela Carini: “Ho cercato di isolarmi dalle polemiche, di non pensare a tutto quello che stava accadendo al di fuori. Tutte queste polemiche mi hanno senz’altro intristito, e sono dispiaciuta anche per la mia avversaria, lei non c’entra nulla e come me era qui solo per combattere”. E sulla decisione del Cio: “Io non sono nessuno, perciò non posso giudicare: se per il Cio lei poteva combattere, io rispetto questa decisione. Sono i valori che ho imparato dalla mia famiglia e che ho sempre portato nel cuore”.

“Mi scuso per non averla salutata: non era un gesto voluto”
Dopo essersi lasciata andare in un pianto disperato in seguito al verdetto finale, Angela Carini ha lasciato il ring senza salutare la sua avversaria. “Non è stato un gesto voluto, anzi chiedo scusa a lei e a tutti. Ero arrabbiata perché la mia Olimpiade era già andata in fumo, non ho nulla contro Khelif e anzi se mi dovesse capitare di incontrarla ancora l’abbraccerei. Non era giusto che il mio sogno finisse così presto, mi sono preparata duramente tre anni e ci tenevo ad arrivare fino in fondo. Devo chiedere scusa a papà lassù, non era questo il modo in cui avrei voluto onorarlo. Sono demoralizzata, ma come mi ha insegnato lui, non si deve mai smettere di combattere. E il ring è la mia vita”.