“L’unica cosa certa è che non mi ricandiderò, né come consigliere né tanto meno come presidente, altrimenti non mi sarei dimesso” ha confermato quanto detto ieri Giovanni Toti, oggi durante la conferenza stampa a margine dell’incontro con una decina di suoi fedelissimi della lista che porta il suo nome, che alle ultime elezioni regionali in consiglio regionale aveva raccolto il 22% delle preferenze. A chi gli chiede se, sulla scelta delle dimissioni abbia pesato più la speranza di evitare il giudizio immediato o un certo isolamento politico, Toti risponde deciso: “Ho scelto di dimettermi perché avremmo combattuto una battaglia (giudiziaria, ndr) sulla pelle della Liguria che non avrebbe trovato soluzione né in Toti né nella procura”. Una risposta che fa eco alle dichiarazioni dell’opposizione per la quale, da casa, Toti avrebbe “tenuto ai domiciliari” anche la Regione, sebbene per due mesi la maggioranza avesse tentato di sostenere che avrebbe potuto andare avanti indipendentemente dalla sospensione dell’ex-presidente. “Un magistrato può sbagliare l’interpretazione delle norme – ha aggiunto Toti – ma il legislatore dovrebbe riflettere, perché quelli di cui mi si accusa sono reati dai confini molto scivolosi”.
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