Una lunga notte al Ferrante Aporti dove, a mezzanotte inoltrata, erano ancora in corso disordini e proteste scoppiate ore prima, poco dopo le 20. Dal carcere minorile di Torino provenivano urla e frastuoni, all’esterno, sulla strada chiusa per via dei disordini, lampeggiavano le volanti delle forze dell’ordine. A chi si avvicinava alla zona veniva chiesto di allontanarsi “per motivi di sicurezza”.
I danni e le devastazioni – Alle 22 in punto dalla radio della polizia penitenziaria si sentivano frasi in arabo. Sono state date alla fiamme le celle, gli uffici e i corridoi. Aggrediti anche gli agenti. “Si sono presi una nostra radio, attenti alle comunicazioni: sentono tutto”, dice un agente della penitenziaria.
In poco tempo, i detenuti del carcere minorile – una cinquantina – controllavano gran parte del carcere. La Polizia, intanto, aveva circondato le mura dal lato del campo da calcio. Dopo mezzanotte, la situazione era complicata: fumo e urla dalle finestre e il rischio di un’evasione di massa. Ad andare distrutto, oltre alle celle dei detenuti, l’ufficio del direttore, Giuseppe Carro.
Devastata anche quella che chiamano “Sala Regia”, ovvero il salone dove ci sono i monitor che rimandano le immagini delle telecamere di sorveglianza dei corridoi e delle celle, dei cortili e delle mura perimetrali. Gli agenti sono stati cacciati fuori. I pompieri, chiamati per domare gli incendi, sono stati respinti dai detenuti, che erano liberi di muoversi tra le mura del penitenziario. Il personale di controllo, pare non fosse sufficiente per far fronte ai disordini. “Eravamo in sette. Io stavo cenando quando è cominciato tutto”, svela un agente ai colleghi della Questura.
Il sindaco: “Totale abbandono della politica” – Gerardo Romano, vice segretario generale del sindacato Osapp si è presentato quasi subito di fronte al Ferrante. “Ciò che sta accadendo lì dentro questa notte è il frutto del totale abbandono della politica in tema di carcere. La polizia penitenziaria è stata dimenticata da tutti. Deve esserci un morto perché Roma batta un colpo?“, dice. E aggiunge: “I sottosegretari Ostellari e Del Mastro dove sono? Dov’erano quando denunciavamo i problemi?”.
Domata (apparentemente) la protesta, i detenuti che avevo preso parte alla protesta sono stati perquisiti e portati – sotto stretto controllo di 20 agenti della polizia penitenziaria – nelle poche celle che non erano andate distrutte. Sul posto è arrivata anche la Scientifica. Dopo poche ore, la dirigente delle Volanti viene richiamata: “I detenuti si sono riarmati con quello che hanno trovato”. Probabilmente qualche sedia o poco altro. Anche questa seconda protesta è stata domata e dentro e fuori dal carcere è tornato il silenzio.
Tensione anche a Lorusso e Cutugno – Nelle stesse ore, nel carcere Lorusso e Cutugno, a seguito di una violenta rissa tra detenuti stranieri (marocchini e senegalesi), un agente della polizia penitenziaria è stato minacciato con una lama affilata puntata alla gola per ottenere le chiavi dei cancelli della sezione. L’agente è stato trasportato sotto choc all’ospedale Maria Vittoria: “Ho avuto paura di morire: sono precipitato dalle scale. L’unico che mi ha aiutato è un detenuto che avevo accompagnato poco prima in infermeria”.
Ancora fuoco a materassi e suppellettili, i 400 detenuti si sono impossessati in breve del padiglione B del penitenziario, molti di loro erano ubriachi. Anche in questo caso, sono stati chiamati i pompieri. Per domare la rivolta sono stati fatti arrivare anche gli agenti dal carcere di Ivrea, da quello di Saluzzo e da altri istituti del Piemonte. E che, secondo alcuni, sarebbe stata coordinata tra le due strutture, così da poter organizzare una maxi evasione dal Ferrante di corso Unione Sovietica. “È da mesi che denunciamo lo sfascio delle carceri italiane. Questa è la prova: una doppia rivolta a Torino“, ha detto Gerardo Romano.
Accenni di rivolta già dieci giorni fa – “È almeno dieci giorni che la sera si sentono i detenuti che urlano e battono oggetti contro le sbarre. Dieci giorni. Era inevitabile che finisse in questo modo”, hanno affermato alcuni residenti della zona avvicinatisi dopo aver visto il fumo uscire dalle finestre. ieri sera, però, la protesta è scoppiata davvero, complice probabilmente anche il sovraffollamento del Ferrante Aporti, che ha una capienza di 46 persone, ma da mesi, è ben oltre la soglia dei 50. Già qualche tempo fa, l’Osapp, aveva denunciato situazioni d’invivibilità totale. Con almeno una decina di minorenni costretti a dormire per terra: “Non ci sono più letti disponibili: la situazione è al collasso”.