Il reporter del Wall Street Journal Evan Gershkovich, l’ex marine Paul Whelan, la giornalista russo-statunitense Alsu Kurmasheva sono atterrati nella tarda serata di giovedì alla Joint Base Andrews del Maryland. Ad accoglierli le loro famiglie, insieme a presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e alla vice Kamala Harris. L’accordo che ha portato alla loro liberazione, di cui si delineano ora meglio i dettagli e le cui dimensioni e complessità hanno pochi precedenti nell’era post-sovietica, ha coinvolto sette Paesi e rappresenta una vittoria diplomatica per Biden, che si era impegnato per riportare a casa i cittadini Usa e a sostenere il movimento pro-democrazia russo. I tre fanno parte di un’intesa più larga che ha portato alla liberazione dalle carceri russe di sedici persone, tra cui cinque tedeschi e sette cittadini. Mosca in cambio ha ottenuto il ritorno a casa di otto prigionieri, tra cui l’ex colonnello dell’Fsb Vadim Krasikov, di un hacker/uomo d’affari con legami con il Cremlino, Vladislav Klyushin. A chi, sulla pista di atterraggio, gli ha chiesto di inviare un messaggio a Putin, Biden ha risposto: “Fermati”.
I prigionieri sono atterrati in Maryland in una notte calda e afosa. Il primo a scendere dall’aereo è stato Whelan. Ha subito salutato Biden e Harris, quindi ha abbracciato la sorella Elizabeth. Poi è toccato a Gershkovich. Sceso dalla scaletta, tra le urla e gli incitamenti delle centinaia di giornalisti che seguivano la scena da lontano, ha salutato presidente e vice. Gli sono venuti incontro il padre e la madre. Anche lì ci sono stati baci e abbracci. Evan ha preso tra le braccia la madre e l’ha sollevata in aria. L’ultima a scendere dall’aereo è stata la giornalista russo-statunitense Alsu Kurmasheva, che è subito corsa ad abbracciare le due figlie e il marito. Da lontano, si sentiva una delle figlie singhiozzare. Il volo di Whelan, Gershkovich e Kurmasheva da Ankara agli Stati Uniti è durato circa 10 ore – prima c’era stato un altro volo, da Mosca ad Ankara, di quasi quattro ore. Sull’aereo che li riportava a casa, i tre sono stati accompagnati da diversi medici, uno psicologo e funzionari del governo statunitense, tra cui rappresentanti del Consiglio di sicurezza nazionale e del Dipartimento di Stato. Jake Sullivan, consigliere alla sicurezza nazionale, ha detto che anche il dissidente russo Alexei Navalny, prima della sua morte, lo scorso febbraio, doveva far parte dell’accordo di scambio dei prigionieri.
Parlando con i giornalisti, l’ex marine Paul Whelan, ha detto di sentirsi piuttosto bene. Ha corretto chi gli ha fatto notare che la sua prigionia è durata sei anni: “Cinque anni, sette mesi, cinque giorni, prego. E ogni giorno in galera, ho cantato l’inno nazionale”. A chi gli ha chiesto cosa direbbe ad altri detenuti all’estero, Whelan ha risposto: “Resistete. Stiamo arrivando”. In una dichiarazione, la sua famiglia ha affermato che, durante la lunga prigionia, Whelan ha perso la casa, il lavoro, e che non sarà facile per una “persona che ha subito perdite di questo tipo, fare ritorno alla vita in società”. Dopo aver salutato i familiari, Gershkovich, il reporter del Wall Street Journal, si è avvicinato ad alcuni giornalisti amici. “Come ci si sente a essere finalmente tornati?”, gli ha chiesto uno. “Non male”, ha risposto lui. Dopo aver dato la prima intervista da uomo libero al si giornale, si è rapidamente allontanato. In una lettera pubblicata online, la direttrice del giornale, Emma Tucker, ha definito la liberazione di Evan una “gioia”. “Mentre attendevamo questo giorno importante, siamo sempre stati determinati a fare sentire la nostra voce in nome di Evan. Siamo grati a tutte le voci che si sono levate per lui, quando la sua era in silenzio. Possiamo finalmente dire, all’unisono, ‘Bentornato a casa, Evan’”. Si prevede che ora che i tre ex prigionieri proseguiranno per il Brooke Army Medical Center di San Antonio, per sottoporsi a una valutazione medica e ricevere le cure di cui avranno eventualmente bisogno.
La liberazione degli ostaggi rappresenta una vittoria diplomatica per Joe Biden. Salutandoli dopo l’atterraggio sul suolo statunitense, Biden ha detto che “è meraviglioso” dare il benvenuto agli americani liberati e sottolineato i meriti di Germania e Slovenia nello scambio globale di prigionieri. “Hanno accettato cose difficili, che vanno contro gli interessi particolari di questi Paesi”, ha detto Biden, che ha anche rifiutato l’idea che un’intesa di questo tipo possa portare all’arresto e detenzione di altri americani nel mondo, a scopo di ricatto: “Non accetto l’idea di lasciare che queste persone marciscano in prigione perché altre persone potrebbero essere catturate”. Ha parlato anche la vicepresidente, Kamala Harris, che è stata molto attenta a dare a Biden, e solo a Biden, il merito della liberazione: si tratta, ha detto, della “dimostrazione straordinaria dell’importanza di avere un presidente che capisca il potere della diplomazia”.
È comunque certo che lo scambio dei prigionieri avrà degli effetti importanti sulla campagna elettorale. Donald Trump, che aveva proclamato che, da presidente, avrebbe riportato a casa Evan Gershkovich, accusa ora Biden di aver concluso sottobanco un accordo disastroso per gli interessi americani. Ha scritto su Truth Social il candidato repubblicano alla presidenza: “Sono solo curioso… noi non facciamo mai buoni affari, su niente, ma soprattutto sugli scambi di ostaggi. I nostri ‘negoziatori’ sono sempre un imbarazzo per noi! Ho recuperato molti ostaggi e non ho mai dato NULLA in cambio al Paese avversario. Mai soldi. Farlo è un brutto precedente. Stanno estorcendo denaro agli Stati Uniti d’America. Stanno definendo lo scambio ‘complesso’ – in modo che nessuno possa capire quanto sia grave”.