“A Bologna si consumò uno degli eventi più tragici della nostra storia repubblicana“. Oggi, 2 agosto 2024, Sergio Mattarella ha ricordato la strage avvenuta alla stazione di Bologna con un messagio durissimo che ha ribadito l’importanza di lanciare un “monito alle giovani generazioni”. Si trattò di “una spietata strategia eversiva neofascista”, ha continuato, “nutrita di complicità annidate in consorterie sovversive che hanno tentato di aggredire la libertà conquistata dagli italiani“. Poco dopo ha parlato anche la seconda carica dello Stato, il presidente Fdi del Senato Ignazio La Russa. Che, come già in passato, ha voluto fare un distinguo specificando che fu “un vile attentato che le sentenze hanno attribuito a una matrice neofascista”. E al tempo stesso ha chiesto di “proseguire l’opera di desecretazione degli atti delle commissioni parlamentari d’inchiesta”.
Solo un anno fa Giorgia Meloni, proprio in occasione del 2 agosto, non riuscì a dire che si trattò di una bomba neofascista, ma si limitò a parlare genericamente di “terrorismo”. Quest’anno la premier ha scelto di esprimersi in tarda mattinata e dopo l’incontro avuto con il presidente del Coni Giovanni Malagò e il presidente del Cio Thomas Bach sul caso dell’atleta Angela Carini. E anche la premier, come La Russa, ha parlato di “terrorismo” “che le sentenze attribuiscono a esponenti di organizzazioni neofasciste”.La presidente del Consiglio ha poi deciso di condannare “gli attacchi ingiustificati e fuori misura che sono stati rivolti, in questa giornata di commemorazione, alla sottoscritta e al Governo”. Il riferimento è a Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione vittime del 2 agosto che, intervenendo in Comune, ha detto:“La verità fa ancora paura ai nostri attuali governanti, e allora si mette in campo la strategia più disperata, ma anche la più subdola e viscida: quella del silenzio”. A Bologna, per il governo, era presente il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: “La strage è stata una strage neofascista, espressione di un disegno eversivo che mirava a colpire lo Stato nella componente più sensibile, i cittadini comuni”, ha detto.
Il capo dello Stato: “Una ferita insanabile e un monito per le giovani generazioni” – Le prime parole, mentre partiva il corteo a Bologna in ricordo delle vittime, sono state quelle del presidente della Repubblica. Che ha ribadito la sua vicinanza alle famiglie e alla cittadinanza: “Con profondi sentimenti di solidarietà, quarantaquattro anni dopo l’attentato, ci uniamo ai familiari delle vittime e alla Città di Bologna, teatro di una spietata strategia eversiva neofascista nutrita di complicità annidate in consorterie sovversive che hanno tentato di aggredire la libertà conquistata dagli italiani”.
Il capo dello Stato ha ricordato il “segno lasciato nella memoria della Repubblica” da quell’evento eversivo. “I morti, le immagini della Stazione di Bologna devastata, l’attacco feroce alla convivenza degli italiani, hanno impresso un segno indelebile, il 2 agosto 1980, nella identità della Repubblica e nella coscienza del popolo italiano. La memoria non è soltanto un dovere ma è l’espressione consapevole di quella cittadinanza espressa nei valori costituzionali che la violenza terroristica voleva colpire e abbattere”. E ha chiuso parlando del monito che quei fatti rappresentano per il futuro e per chi verrà dopo: “A Bologna si consumò uno degli eventi più tragici della nostra storia repubblicana. Una ferita insanabile, monito permanente da consegnare alle giovani generazioni unitamente ai valori della risposta democratica della nostra Patria, che hanno consentito il riscatto e, nell’unità della nostra comunità, la salvaguardia del bene comune”.
La Russa spinge sul “fare luce su ogni ombra” – Il presidente Fdi del Senato Ignazio La Russa è intervenuto su Facebook. E nel suo messaggio ha voluto, di nuovo, insistere sulla necessità di indagare ancora. Solo lo scorso 8 luglio però, l’ergastolo confermato in appello a Paolo Bellini, killer di ‘ndrangheta ed estremista nero di Aavanguardia Nazionale, si è aggiunto al fine pena mai inflitto il 23 settembre per il quarto Nar: Gilberto Cavallini. Nonostante questo, La Russa ha dichiarato: “Tramandare i valori di libertà e democrazia è un impegno imprescindibile e allo stesso tempo è di fondamentale importanza – come già più volte ho avuto modo di ribadire – proseguire l’opera di desecretazione degli atti delle commissioni parlamentari d’inchiesta, per fare luce su ogni ombra del nostro passato e rendere giustizia a tutte le vittime del terrorismo”. L’esponente di Fratelli d’Italia ha quindi parlato di strage “neofascista”, ma specificando che a stabilirlo sono le sentenze: “La strage di Bologna del 2 agosto 1980 – con le sue immagini drammatiche di devastazione e disperazione – è e rimarrà per sempre una data impressa nella nostra mente. Un vile attentato che le sentenze hanno attribuito a una matrice neofascista. Alle associazioni dei familiari delle vittime delle stragi e del terrorismo desidero rinnovare la mia vicinanza e rivolgere il mio ringraziamento per l’instancabile opera di sensibilizzazione”.
Il ministro Piantedosi: “Il governo c’è” – Piantedosi, rivolgendosi ai familiari delle vittime, ha dichiarato: “Il governo c’è, come c’è l’Italia, al fianco di Bologna, a tenere viva una memoria che non serve solo a ricordare chi in quel tragico 2 agosto perse la vita o fu annientato dal dolore della perdita dei propri cari”. Il ministro dell’Interno ha quindi invocato un’alleanza democratica: “Tenere viva tutti insieme la memoria dell’attentato, condividerne senza riserve la verità serve a guardarci con reciproca fiducia, a rinsaldarci in un’alleanza democratica, a fare meglio, a fare di più, per risolvere i conti col passato. E non basta non dimenticare, ma bisogna agire e dobbiamo farlo tutti, governo e cittadini”. E quei morti, ha detto, sono “vittime di guerra”: “Quell’atto barbarico e vile non solo ha tolto la vita a tanti nostri concittadini, ma ha cercato di seminare il terrore e la disperazione in tutto il Paese. I morti e i feriti del 2 agosto sono vittime di una guerra alla nostra democrazia, in cui siamo tutti dalla stessa parte“. E ancora: “Il vostro dolore e la vostra forza, la vostra dignità, sono per tutti noi un esempio. Avete trasformato la vostra sofferenza in un impegno costante per la verità e la giustizia”.