Terremoto in Calabria: così si rischia di perdere un’enorme occasione
di Domenico Chiarella*
Il terremoto registrato alle 21:43 del 1° agosto 2024 nell’area di Mandatoriccio (Cosenza) ci ricorda che la regione Calabria è viva e lotta insieme a noi. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha stimato che il terremoto ha raggiunto una magnitudo di 4.9 e si è sviluppato a una profondità di circa 21 km. Da un punto di vista geologico, la zona interessata dal terremoto rappresenta un sistema attivo di accrezione (processo mediante il quale materiale roccioso viene accumulato in una zona di subduzione) legato alla collisione dell’Arco Calabro con il blocco Apulo.
Il fatto che fortunatamente non si sono registrati danni a cose o persone non deve derubricare questo evento, ma porre l’attenzione sulla continua attività sismica presente nella regione Calabria e lungo tutto l’Appennino, e su quali studi e interventi effettuare per prevenire non i terremoti – che non sono ad oggi ancora prevedibili – ma gli effetti di una terra viva e dinamica sulla vita delle persone e le infrastrutture.
Lavorare quindi sulla conoscenza e prevenzione invece che sull’emergenza.
Questo aspetto è ancora più vero in un momento storico in cui le scienze geologiche, e quindi le conoscenze del territorio, stanno vivendo una fase di contrazione legata alla diminuzione degli iscritti ai corsi universitari nelle Scienze della Terra con conseguente chiusura o fusione di dipartimenti, relativa riduzione della loro visibilità e ruolo di riferimento per gli studi del territorio, e tagli dei fondi destinati alla ricerca.
Se non capiamo che non possono essere logiche di mercato a condizionare scelte da cui dipenderà il nostro futuro e il nostro bagaglio di conoscenze, e che bisogna supportare la ricerca non solo in ambito geologico ma in tutte le discipline a prescindere dal loro immediato impatto e ritorno economico, e garantire la continuità degli investimenti nella ricerca, avremo perso una enorme occasione. Questo per evitare di svegliarsi un giorno in un paese che ha perso le sue conoscenze, anche quelle dirette, dal basso, e non ha più un sistema e delle professionalità che possano preparare, mitigare e rispondere agli eventi che la natura ci presenta.
In un recente studio pubblicato sulla rivista Journal of Maps e focalizzato proprio nell’area interessata dal terremoto, il Dr. Carlo Tansi (Ricercatore Cnr ed ex Direttore della Protezione Civile in Calabria) e coautori hanno posto l’accento sulla necessità di avere della mappe di rischio aggiornate, utili per pianificare e ridurre gli elementi fondamentali che determinano il rischio franoso e sismico.
Nel loro studio, Tansi et alii riportano che tra il 1981 e il 2023 nell’area di studio si sono verificati più di 4000 terremoti, con 11 che hanno registrato una magnitudo superiore a 4. Tra questi, gli eventi più forti sono stati due terremoti di magnitudo di 4.7 verificatisi nel 1988 e nel 2023, a cui si aggiungono due eventi registrati a fine maggio e quest’ultimo. Data la sua intensità, il terremoto dell’1 agosto è stato nettamente avvertito in tutte le province calabresi fino alle vicine regioni e allo stretto di Messina.
Questo aspetto richiama l’attenzione sul progetto di costruzione del ponte sullo stretto e ci ricorda che la Calabria è una zona sismicamente attiva in cui i terremoti non sono eventi straordinari, ma parte fondamentale della natura della regione legata alla sua storia geologica.
Geologicamente, l’Arco Calabro non coincide con i limiti amministrativi della regione Calabria, ma si estende fino ai monti Peloritani in Sicilia. Aspetto che ancor di più evidenzia come ragionare di autonomie locali in ambiti naturali è riduttivo.
Discutere di grandi opere senza considerare in modo appropriato il contesto geologico e i rischi ad esso legati, come ad esempio l’impatto sulle comunità locali e su un precario assetto idrogeologico, rischia di ridursi solo a propaganda e interessi economici. Rilasciare energia tramite i terremoti rappresenta una valvola di sfogo per il sistema terra. Il loro manifestarsi periodico rappresenta un segnale che ci aiuta a ricordare che questi eventi sono la normalità e tocca a noi trovare l’equilibrio per conviverci.
Ridurre il rischio che questi eventi naturali, vitali per il nostro pianeta, producano effetti devastanti sulla vita delle persone è dovere della politica. Sostenere un sistema paese fatto di ricerca e conoscenze sviluppate e trasmesse alle nuove generazioni e alle popolazioni locali dalle università e centri di ricerca è l’unico modo.
* Ordinario di Geologia, Royal Holloway, University of London
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La Redazione
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - “Desidero esprimere la mia totale solidarietà al Presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, professionista di comprovata competenza e integrità, recentemente bersaglio di un attacco inaccettabile da parte del Senatore Zaffini. Non dovrebbe essere necessario ricordare che la Fondazione GIMBE svolge un ruolo essenziale nel garantire analisi indipendenti e basate su evidenze scientifiche nel settore della sanità pubblica. Analisi che non solo aiutano l’opinione pubblica a comprendere la realtà dei fatti, ma forniscono strumenti indispensabili proprio a noi parlamentari per svolgere il nostro lavoro con cognizione di causa". Lo scrive in una nota la senatrice del Pd Susanna Camusso.
Ma ormai chiunque osi dissentire con l’operato del Governo Meloni – scienziati, magistrati, professori, giornalisti – viene puntualmente delegittimato. Peccato che sia lo stesso Presidente Zaffini ad ammettere che su sei decreti attuativi promessi per smaltire le liste d’attesa, sia stato approvato solo quello sul funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio. La colpa? Dipende dal giorno: molto spesso è dei governi precedenti – nonostante la destra governi da tre anni – altre volte, come in questo caso, delle Regioni - nonostante la stessa destra stia spingendo per l’Autonomia. Mentre milioni di italiani non possono curarsi e il SSN è al collasso, il governo continua a giocare a scaricabarile, additando nemici immaginari e scaricando le colpe su chiunque tranne che su sé stesso”.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Dopo il record di 150.000 iscritti, Forza Italia rafforza il suo radicamento sul territorio con l’avvio della stagione dei Congressi Comunali e Circoscrizionali. Si parte da 9 regioni per eleggere i nuovi segretari comunali e circoscrizionali, in un percorso di partecipazione e crescita che coinvolgerà tutta Italia". Lo scrive Forza Italia sui suoi profili social.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Rispondo a chi ogni tanto ci accusa di non avere una visione. Certo che ce l'abbiamo, anche bella forte. Magari a qualcuno non piace, non sarà quello che si aspettavano dal Pd di prima, ma oggi il Pd è autodeterminato in questa direzione". In mezzo al dibattito su 'meglio presentarsi uniti o divisi per colpire uniti', innescato dalla proposta di Dario Franceschini, Elly Schlein continua a insistere sui temi piuttosto che sui tatticismi. E rilancia la visione del 'suo' Pd a fronte di perplessità, più o meno esplicite, avanzate nei suoi confronti nell'ultimo periodo.
"La giustizia sociale, la giustizia climatica, il lavoro dignitoso, l'innovazione, i diritti delle persone", elenca la segretaria dal palco della prima iniziativa col Terzo Settore (previste altre 4 a febbraio) a Monterotondo. Come aveva fatto la settimana scorsa davanti all'ospedale di Vicenza per parlare di sanità o con gli operai a Marghera o quelli della crisi Beko su lavoro e politiche industriali.
Alla questione aperta da Franceschini, Schlein ha però dato una risposta l'altra sera a Piazza Pulita dopo giorni di silenzi, conditi da freddezza dell'inner circle della segretaria. Andare divisi per colpire uniti? "Io continuo a insistere, sono testardamente unitaria", la risposta di Schlein. Insomma, nonostante al momento non vi siano passi avanti nella costruzione dell'alleanza, lo schema della segretaria non cambia. Resta 'testardamente unitario'. "Ce lo chiede la gente", la tesi di Schlein. Il sondaggio mandato in onda durante la trasmissione pare darle ragione con quasi l'80% degli elettori di centrosinistra a invocare un accordo tra le opposizioni.
Un accordo che però non c'è e la proposta di Franceschini ha avuto anche l'effetto di evidenziare ulteriormente le resistenze rispetto a un'alleanza organica. Basta leggere l'elenco di quelli che hanno promosso o quanto meno si sono detti interessati alla possibilità di 'marciare divisi, per poi colpire uniti' dopo il voto: da Carlo Calenda a Giuseppe Conte. Chi invece non è sembra interessato, è Romano Prodi che in una lunga intervista avverte: "Senza un programma condiviso non è politica, ma solo cinismo. Si possono anche vincere le elezioni, ma si uccide il Paese”.
"Ma come si può fare questo discorso due anni e mezzo prima delle elezioni?", si chiede Prodi. "Potrebbe essere l'ultima spiaggia alla vigilia del voto. Ma se partiamo dall'idea che non ci si può mettere d'accordo su un programma, mi pare difficile vincere le elezioni". L'Ulivo non è più riproponibile, aggiunge, "quel che si può fare è cercare quattro grandi problemi sui quali trovare una visione comune: sanità, casa, scuola, lavoro".
Non basta solo criticare: "Politica è dire quel che serve all'Italia per la distribuzione del reddito, la sanità, la casa. Non dire solo che mancano le risorse, ma dire come vanno riformati gli ospedali, i medici di base, le case di comunità". Chi può riuscire a federare il campo delle opposizioni in ordine sparso? Per Prodi la risposta è aperta: "Il problema è vedere chi è in grado di federare. Quel ruolo si conquista, non è dato. La competizione è aperta per tutti, Schlein e altri".
Tel Aviv, 1 feb. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu sta valutando la possibilità di nominare il ministro degli Affari strategici Ron Dermer a capo del team negoziale di Israele per i colloqui sugli ostaggi con Hamas, secondo le notizie di Channel 12. Subentrerebbe al ruolo del capo del Mossad David Barnea. Secondo quanto riferito, Barnea resterebbe nella squadra insieme al capo dello Shin Bet Ronen Bar e all'uomo chiave per la presa degli ostaggi delle Idf Nitzan Alon, con Dermer a supervisionare i colloqui.
I funzionari israeliani hanno dichiarato che Netanyahu riconosce che i negoziatori vogliono fare tutto il possibile per garantire che la seconda fase dell'accordo sulla restituzione degli ostaggi con Hamas abbia luogo, e il premier vuole mantenere aperte le sue opzioni. Secondo Channel 12, i funzionari del team di Netanyahu affermano che, poiché i colloqui principali si stanno svolgendo con l'amministrazione Trump, dovrebbero essere guidati da qualcuno con una formazione più diplomatica, che non nella sicurezza.
Sembra che l'inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, abbia detto a Netanyahu che preferirebbe lavorare con Dermer e che ha delle riserve sulla collaborazione con l'attuale team negoziale. Witkoff e Netanyahu hanno parlato oggi, ha riferito Channel 12, aggiungendo che il primo ministro israeliano terrà un incontro stasera per decidere se inviare una delegazione di medio livello in Qatar questa settimana. In risposta, l'ufficio di Netanyahu ha affermato che "i resoconti non sono veri" e che "le decisioni sui negoziati saranno prese solo dopo il ritorno del primo ministro dagli Stati Uniti".
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - “Ieri è stato l’ultimo giorno di lavoro di dipendenti e dirigenti Rai a viale Mazzini. Lo storico palazzo, simbolo del Servizio Pubblico, che dagli anni 60 rappresenta la Rai, chiuderà per essere interessato da importanti ed ampi lavori di ristrutturazione". Lo dichiarano i componenti di Fratelli d’Italia della Commissione Vigilanza Rai.
"Interventi che consentiranno alla Rai di usufruire di una sede moderna, digitale e all’avanguardia, capace così di confrontarsi con un mercato televisivo sempre più competitivo. È un merito di questa dirigenza che oltre a garantire un sempre più ampio pluralismo, così come si pretende dal Servizio pubblico, un’offerta e una qualità nella programmazione, adesso garantirà alla Rai anche strutture di prim’ordine. Infatti, la sede di viale Mazzini si affiancherà al nuovo centro di produzione a Milano che sarà uno dei più avanzati in Europa. Al contempo va rivolto un vivo ringraziamento ai dipendenti Rai, che stanno affrontando con grande impegno e dedizione questo significativo momento di passaggio, che servirà a costruire il Servizio pubblico del futuro”.
Ramallah, 1 feb. (Adnkronos) - Le forze israeliane hanno arrestato due giornalisti palestinesi e sequestrato la loro attrezzatura nella città di Beit Ummar, a nord di Hebron, in Cisgiordania. Lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa, citando il giornalista Ihab al-Alami, che ha riferito, dopo essere stato rilasciato, che "lui e il suo collega, Nidal al-Natsheh, sono stati arrestati dai soldati israeliani mentre documentavano i danni su terreni di proprietà palestinese vicino all'insediamento israeliano illegale di Karmei Tzur". I soldati hanno sequestrato tre telecamere prima di costringerli ad abbandonare la zona, ha aggiunto il reporter.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Roma si è svolta la Direzione Nazionale di Fratelli d'Italia, un momento di confronto interno al partito in vista del giro di boa della metà legislatura. Non si è trattato, evidentemente, di una seduta del Consiglio dei Ministri, un dettaglio che i deputati di Italia Viva, cui resta solo la polemica, potrebbero facilmente cogliere solo sfogliando un qualsiasi manuale di diritto costituzionale". Così Antonio Baldelli, deputato di Fratelli d'Italia, risponde alle polemiche sollevate da Italia Viva sull'assenza del Presidente del Consiglio all'assemblea di FdI e sulla presenza del capo della segreteria politica, Arianna Meloni.
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Domenico Chiarella
Professore Ordinario di Geologia, Università di Bologna
Ambiente & Veleni - 2 Agosto 2024
Terremoto in Calabria: così si rischia di perdere un’enorme occasione
di Domenico Chiarella*
Il terremoto registrato alle 21:43 del 1° agosto 2024 nell’area di Mandatoriccio (Cosenza) ci ricorda che la regione Calabria è viva e lotta insieme a noi. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha stimato che il terremoto ha raggiunto una magnitudo di 4.9 e si è sviluppato a una profondità di circa 21 km. Da un punto di vista geologico, la zona interessata dal terremoto rappresenta un sistema attivo di accrezione (processo mediante il quale materiale roccioso viene accumulato in una zona di subduzione) legato alla collisione dell’Arco Calabro con il blocco Apulo.
Il fatto che fortunatamente non si sono registrati danni a cose o persone non deve derubricare questo evento, ma porre l’attenzione sulla continua attività sismica presente nella regione Calabria e lungo tutto l’Appennino, e su quali studi e interventi effettuare per prevenire non i terremoti – che non sono ad oggi ancora prevedibili – ma gli effetti di una terra viva e dinamica sulla vita delle persone e le infrastrutture.
Lavorare quindi sulla conoscenza e prevenzione invece che sull’emergenza.
Questo aspetto è ancora più vero in un momento storico in cui le scienze geologiche, e quindi le conoscenze del territorio, stanno vivendo una fase di contrazione legata alla diminuzione degli iscritti ai corsi universitari nelle Scienze della Terra con conseguente chiusura o fusione di dipartimenti, relativa riduzione della loro visibilità e ruolo di riferimento per gli studi del territorio, e tagli dei fondi destinati alla ricerca.
Se non capiamo che non possono essere logiche di mercato a condizionare scelte da cui dipenderà il nostro futuro e il nostro bagaglio di conoscenze, e che bisogna supportare la ricerca non solo in ambito geologico ma in tutte le discipline a prescindere dal loro immediato impatto e ritorno economico, e garantire la continuità degli investimenti nella ricerca, avremo perso una enorme occasione. Questo per evitare di svegliarsi un giorno in un paese che ha perso le sue conoscenze, anche quelle dirette, dal basso, e non ha più un sistema e delle professionalità che possano preparare, mitigare e rispondere agli eventi che la natura ci presenta.
In un recente studio pubblicato sulla rivista Journal of Maps e focalizzato proprio nell’area interessata dal terremoto, il Dr. Carlo Tansi (Ricercatore Cnr ed ex Direttore della Protezione Civile in Calabria) e coautori hanno posto l’accento sulla necessità di avere della mappe di rischio aggiornate, utili per pianificare e ridurre gli elementi fondamentali che determinano il rischio franoso e sismico.
Nel loro studio, Tansi et alii riportano che tra il 1981 e il 2023 nell’area di studio si sono verificati più di 4000 terremoti, con 11 che hanno registrato una magnitudo superiore a 4. Tra questi, gli eventi più forti sono stati due terremoti di magnitudo di 4.7 verificatisi nel 1988 e nel 2023, a cui si aggiungono due eventi registrati a fine maggio e quest’ultimo. Data la sua intensità, il terremoto dell’1 agosto è stato nettamente avvertito in tutte le province calabresi fino alle vicine regioni e allo stretto di Messina.
Questo aspetto richiama l’attenzione sul progetto di costruzione del ponte sullo stretto e ci ricorda che la Calabria è una zona sismicamente attiva in cui i terremoti non sono eventi straordinari, ma parte fondamentale della natura della regione legata alla sua storia geologica.
Geologicamente, l’Arco Calabro non coincide con i limiti amministrativi della regione Calabria, ma si estende fino ai monti Peloritani in Sicilia. Aspetto che ancor di più evidenzia come ragionare di autonomie locali in ambiti naturali è riduttivo.
Discutere di grandi opere senza considerare in modo appropriato il contesto geologico e i rischi ad esso legati, come ad esempio l’impatto sulle comunità locali e su un precario assetto idrogeologico, rischia di ridursi solo a propaganda e interessi economici. Rilasciare energia tramite i terremoti rappresenta una valvola di sfogo per il sistema terra. Il loro manifestarsi periodico rappresenta un segnale che ci aiuta a ricordare che questi eventi sono la normalità e tocca a noi trovare l’equilibrio per conviverci.
Ridurre il rischio che questi eventi naturali, vitali per il nostro pianeta, producano effetti devastanti sulla vita delle persone è dovere della politica. Sostenere un sistema paese fatto di ricerca e conoscenze sviluppate e trasmesse alle nuove generazioni e alle popolazioni locali dalle università e centri di ricerca è l’unico modo.
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Ma ormai chiunque osi dissentire con l’operato del Governo Meloni – scienziati, magistrati, professori, giornalisti – viene puntualmente delegittimato. Peccato che sia lo stesso Presidente Zaffini ad ammettere che su sei decreti attuativi promessi per smaltire le liste d’attesa, sia stato approvato solo quello sul funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio. La colpa? Dipende dal giorno: molto spesso è dei governi precedenti – nonostante la destra governi da tre anni – altre volte, come in questo caso, delle Regioni - nonostante la stessa destra stia spingendo per l’Autonomia. Mentre milioni di italiani non possono curarsi e il SSN è al collasso, il governo continua a giocare a scaricabarile, additando nemici immaginari e scaricando le colpe su chiunque tranne che su sé stesso”.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Dopo il record di 150.000 iscritti, Forza Italia rafforza il suo radicamento sul territorio con l’avvio della stagione dei Congressi Comunali e Circoscrizionali. Si parte da 9 regioni per eleggere i nuovi segretari comunali e circoscrizionali, in un percorso di partecipazione e crescita che coinvolgerà tutta Italia". Lo scrive Forza Italia sui suoi profili social.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Rispondo a chi ogni tanto ci accusa di non avere una visione. Certo che ce l'abbiamo, anche bella forte. Magari a qualcuno non piace, non sarà quello che si aspettavano dal Pd di prima, ma oggi il Pd è autodeterminato in questa direzione". In mezzo al dibattito su 'meglio presentarsi uniti o divisi per colpire uniti', innescato dalla proposta di Dario Franceschini, Elly Schlein continua a insistere sui temi piuttosto che sui tatticismi. E rilancia la visione del 'suo' Pd a fronte di perplessità, più o meno esplicite, avanzate nei suoi confronti nell'ultimo periodo.
"La giustizia sociale, la giustizia climatica, il lavoro dignitoso, l'innovazione, i diritti delle persone", elenca la segretaria dal palco della prima iniziativa col Terzo Settore (previste altre 4 a febbraio) a Monterotondo. Come aveva fatto la settimana scorsa davanti all'ospedale di Vicenza per parlare di sanità o con gli operai a Marghera o quelli della crisi Beko su lavoro e politiche industriali.
Alla questione aperta da Franceschini, Schlein ha però dato una risposta l'altra sera a Piazza Pulita dopo giorni di silenzi, conditi da freddezza dell'inner circle della segretaria. Andare divisi per colpire uniti? "Io continuo a insistere, sono testardamente unitaria", la risposta di Schlein. Insomma, nonostante al momento non vi siano passi avanti nella costruzione dell'alleanza, lo schema della segretaria non cambia. Resta 'testardamente unitario'. "Ce lo chiede la gente", la tesi di Schlein. Il sondaggio mandato in onda durante la trasmissione pare darle ragione con quasi l'80% degli elettori di centrosinistra a invocare un accordo tra le opposizioni.
Un accordo che però non c'è e la proposta di Franceschini ha avuto anche l'effetto di evidenziare ulteriormente le resistenze rispetto a un'alleanza organica. Basta leggere l'elenco di quelli che hanno promosso o quanto meno si sono detti interessati alla possibilità di 'marciare divisi, per poi colpire uniti' dopo il voto: da Carlo Calenda a Giuseppe Conte. Chi invece non è sembra interessato, è Romano Prodi che in una lunga intervista avverte: "Senza un programma condiviso non è politica, ma solo cinismo. Si possono anche vincere le elezioni, ma si uccide il Paese”.
"Ma come si può fare questo discorso due anni e mezzo prima delle elezioni?", si chiede Prodi. "Potrebbe essere l'ultima spiaggia alla vigilia del voto. Ma se partiamo dall'idea che non ci si può mettere d'accordo su un programma, mi pare difficile vincere le elezioni". L'Ulivo non è più riproponibile, aggiunge, "quel che si può fare è cercare quattro grandi problemi sui quali trovare una visione comune: sanità, casa, scuola, lavoro".
Non basta solo criticare: "Politica è dire quel che serve all'Italia per la distribuzione del reddito, la sanità, la casa. Non dire solo che mancano le risorse, ma dire come vanno riformati gli ospedali, i medici di base, le case di comunità". Chi può riuscire a federare il campo delle opposizioni in ordine sparso? Per Prodi la risposta è aperta: "Il problema è vedere chi è in grado di federare. Quel ruolo si conquista, non è dato. La competizione è aperta per tutti, Schlein e altri".
Tel Aviv, 1 feb. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu sta valutando la possibilità di nominare il ministro degli Affari strategici Ron Dermer a capo del team negoziale di Israele per i colloqui sugli ostaggi con Hamas, secondo le notizie di Channel 12. Subentrerebbe al ruolo del capo del Mossad David Barnea. Secondo quanto riferito, Barnea resterebbe nella squadra insieme al capo dello Shin Bet Ronen Bar e all'uomo chiave per la presa degli ostaggi delle Idf Nitzan Alon, con Dermer a supervisionare i colloqui.
I funzionari israeliani hanno dichiarato che Netanyahu riconosce che i negoziatori vogliono fare tutto il possibile per garantire che la seconda fase dell'accordo sulla restituzione degli ostaggi con Hamas abbia luogo, e il premier vuole mantenere aperte le sue opzioni. Secondo Channel 12, i funzionari del team di Netanyahu affermano che, poiché i colloqui principali si stanno svolgendo con l'amministrazione Trump, dovrebbero essere guidati da qualcuno con una formazione più diplomatica, che non nella sicurezza.
Sembra che l'inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, abbia detto a Netanyahu che preferirebbe lavorare con Dermer e che ha delle riserve sulla collaborazione con l'attuale team negoziale. Witkoff e Netanyahu hanno parlato oggi, ha riferito Channel 12, aggiungendo che il primo ministro israeliano terrà un incontro stasera per decidere se inviare una delegazione di medio livello in Qatar questa settimana. In risposta, l'ufficio di Netanyahu ha affermato che "i resoconti non sono veri" e che "le decisioni sui negoziati saranno prese solo dopo il ritorno del primo ministro dagli Stati Uniti".
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - “Ieri è stato l’ultimo giorno di lavoro di dipendenti e dirigenti Rai a viale Mazzini. Lo storico palazzo, simbolo del Servizio Pubblico, che dagli anni 60 rappresenta la Rai, chiuderà per essere interessato da importanti ed ampi lavori di ristrutturazione". Lo dichiarano i componenti di Fratelli d’Italia della Commissione Vigilanza Rai.
"Interventi che consentiranno alla Rai di usufruire di una sede moderna, digitale e all’avanguardia, capace così di confrontarsi con un mercato televisivo sempre più competitivo. È un merito di questa dirigenza che oltre a garantire un sempre più ampio pluralismo, così come si pretende dal Servizio pubblico, un’offerta e una qualità nella programmazione, adesso garantirà alla Rai anche strutture di prim’ordine. Infatti, la sede di viale Mazzini si affiancherà al nuovo centro di produzione a Milano che sarà uno dei più avanzati in Europa. Al contempo va rivolto un vivo ringraziamento ai dipendenti Rai, che stanno affrontando con grande impegno e dedizione questo significativo momento di passaggio, che servirà a costruire il Servizio pubblico del futuro”.
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