Nella Riserva marina di Miramare, all’ombra dell’omonimo castello asburgico alle porte di Trieste, le boe di rilevamento dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS confermano la trasformazione in atto: l’Alto Adriatico ha ormai temperature degne di un atollo tropicale, con 30 gradi rilevati anche a sei metri di profondità. Un cambiamento che già impatta sulla fauna e la flora marine, spiega Cosimo Solidoro, direttore della sezione di oceanografia dell’OGS. “Organismi estranei ne sono sempre arrivati, ma se prima scomparivano non incontrando le condizioni ideali, ora sopravvivono e diventano tipici della nostra area”. Lo scienziato invita però a non concentrarsi solo sulle temperature estive, perché a livello mondiale gli inverni 2023 e 2024 hanno segnato nuovi record. Una prospettiva che a Trieste preoccupa ancora di più perché gli inverni freddi garantiscono all’Alto Adriatico il suo ruolo di motore freddo del Mediterraneo“. Un processo fondamentale per la vita del nostro mare che Solidoro illustra dalla baia di Grignano, alle porte della riserva marina più longeva d’Italia: “Allarmismo? Tutt’altro. Il lungo e costante monitoraggio di questi processi è proprio ciò che ci consente di capire cosa ancora possiamo fare”.