Due omicidi mirati in poche ore. Nella notte, un drone militare israeliano ha colpito un veicolo alle porte di Tulkarem, in Cisgiordania. Tra le cinque vittime dell’attacco aereo c’è anche Sheikh Haitham Balidi, comandante sul territorio delle Brigate Izzadin al-Qassam, ala militare di Hamas. Poche ore dopo, un secondo attacco, questa volta in Libano. Nella zona di Bazouriyeh, nei pressi di Tiro, è stato ucciso Ali Nazih Abed Ali. Le forze israeliane (Idf) lo considerano una figura “centrale nel Fronte Sud dell’organizzazione terroristica di Hezbollah”, accusato di essere coinvolto nella pianificazione e nell’esecuzione di vari attacchi nei confronti dello Stato ebraico. Un’azione serrata eseguita mentre Tel Aviv si prepara a difendersi dagli attacchi annunciati da Iran e da Hamas, dopo l’uccisione a Teheran del capo dell’ala politica di Hamas, Ismail Haniyeh. I Pasdaran hanno promesso una vendetta “severa” contro il “regime terrorista sionista”. Una rappresaglia che, hanno dichiarato le Guardie della Rivoluzione, si consumerà nei “tempi, nei luoghi e nei modi appropriati”. Di fronte alla crescente tensione in Medio Oriente, l’ambasciata statunitense a Beirut ha chiesto ai connazionali di lasciare il Libano “in qualsiasi modo possibile”.

Il raid di Tel Aviv in Libano – Israele ha annunciato l’uccisione di Ali Nazih Abed Ali, comandante degli Hezbollah libanesi, dopo che i media di Beirut avevano riferito di un raid nel sud del Paese. Secondo l’Idf, la sua uccisione è un “colpo significativo al funzionamento del Fronte Sud” e di “Hezbollah nella regione”. Anche il Partito di Dio, riferiscono i media del Paese dei Cedri, ha confermato la morte di Ali Nazih Abed Ali. Questo omicidio segue a stretto giro quello del comandante Fuad Shukr, del 30 luglio scorso. Secondo quanto riferito dall’agenzia iraniana Mehr, la rappresentanza di Teheran alle Nazioni Unite ha avvisato che gli Hezbollah libanesi, storicamente sostenuti dall’Iran, potrebbero colpire obiettivi “più ampi e più in profondità” a Israele e “non limitarsi a obiettivi e mezzi militari”.

Le ambasciate occidentali: “Lasciate il Libano” – Il governo britannico e quello statunitense hanno chiesto ai loro connazionali che si trovano in Libano di lasciare il Paese “adesso”, “in qualunque modo possibile”. “Le tensioni sono alte e la situazione potrebbe deteriorarsi rapidamente”, ha affermato il ministro degli Esteri britannico, David Lammy. “Mentre lavoriamo 24 ore su 24 per rafforzare la nostra presenza consolare in Libano, il mio messaggio ai cittadini britannici è chiaro: andatevene ora”.

Il Cairo: “Sosterremo il Libano” – Il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, nel corso di un colloquio con il suo omologo libanese, Abdallah Bou Habib, ha dichiarato che Il Cairo “sosterrà” Beirut “nell’affrontare le minacce che lo circondano”, sottolineando come l’obiettivo dell’Egitto sia una de-escalation nella regione. Abdelatty ha quindi espresso “profonda preoccupazione per il ritmo pericolosamente crescente dell’escalation nella regione” e per i suoi potenziali effetti sulla sicurezza e la stabilità del Libano, chiedendo di unire gli sforzi per evitare che la situazione si deteriori e scivoli verso scenari pericolosi per la sicurezza e la stabilità.

Un altro colpo ad Hamas – L’esercito israeliano, riportano i media di Tel Aviv, afferma di aver ucciso in un attacco aereo il comandante militare di Hamas di Tulkarem, in Cisgiordania, in un omicidio mirato che ha colpito un veicolo uccidendo altre quattro persone. La vittima principale viene identificata in Sheikh Haitham Balidi, comandante 25enne di Tulkarem delle Brigate Izzadin al-Qassam, l’ala militare di Hamas. Anche l’agenzia palestinese Wafa ha dato notizia di un veicolo colpito dall’aria vicino a Tulkarem con cinque morti, senza tuttavia svelarne l’identità. Non è chiaro chi siano le altre vittime dell’attacco. I cinque cadaveri fatti pervenire al Thabet Hispitale di Tulkarem, riferisce Wafa, erano carbonizzati e irriconoscibili.

Arresti a Teheran dopo l’omicidio di Haniyeh – In Iran sono stati compiuti decine di arresti, oltre 20, alla ricerca di possibili complici e talpe nell’omicidio di Haniyeh, avvenuto in una residenza protetta nel cuore della capitale. Secondo il New York Times – ripreso anche dai media israeliani -, che cita fonti iraniane informate dei fatti e vicine all’inchiesta in corso, fra le persone arrestate vi sarebbero funzionari dell’intelligence di Teheran, militari alti in grado e membri del personale del residence, gestito dai Guardiani della Rivoluzione dove è avvenuta l’esplosione. Proprio i Pasdaran, in una nota diretta al “regime terrorista sionista”, hanno promesso che la vendetta di Teheran per l’assassinio di Haniyeh sarà “severa” e si consumerà nei “tempi, nei luoghi e nei modi appropriati”. Le Guardie della Rivoluzione puntano il dito anche sugli Stati Uniti: accusano Washington di aver assistito Israele nell’organizzazione dell’omicidio del capo politico di Hamas.

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