Politica

Rigassificatore, Toti si è dimesso ma insiste: “Chi voto io lo vuole. Dubbi nel centrodestra? In coalizione è normale avere idee diverse”

Non si candida, ma facendo politica da tutta la vita Giovanni Toti non rinuncerà a fare la sua parte per le prossime elezioni regionali: “Certo, a patto che si dia continuità al lavoro fatto in questi nove anni”. Ma se, tra le ultime dichiarazioni dei partiti della sua maggioranza e della sua Giunta, pochi giorni prima delle dimissioni, c’è stato il clamoroso dietrofront sullo spostamento del rigassificatore da Piombino a Savona-Vado, qualche problema di continuità sembrerebbe esserci. “Chi voto io il rigassificatore lo vuole – ribadisce l’ex-presidente della Regione, riferendosi specificatamente al contenitore politico che prenderà l’eredità della Lista Toti – penso che il rigassificatore sia utile e la Liguria sia in qualche modo destinata ad ospitarlo e debba assumersene la responsabilità”. Certo, resta la contrarietà che, sebbene pubblicamente solo nelle ultime settimane, hanno espresso gli altri partiti di quella che fu la sua maggioranza: “Nelle coalizioni è normale avere idee diverse – chiarisce Toti – la lista che voterò sosterrà che il rigassificatore vada messo, e se viene scelta Savona debba andare lì, così come altri paesi dovessero avere delle dighe o delle centrali nucleari magari in futuro”. Dopo mesi ai domiciliari, Toti riprende così la retorica del “fare”, anche se non è ancora chiara la denominazione che verrà data alla lista che incarnerà questa linea politica: “La Lista Toti e le diverse civiche che si rifanno a questa esperienza potranno convogliare in un contenitore più ampio – detta ai suoi fedelissimi l’ex-governatore – a meno che non si ritenga utile spendere nuovamente il mio nome per la lista, anche se posso metterci solo quello, perché fisicamente non mi candiderò”.