Il mese scorso una ragazza di 19 anni è deceduta in Costa Rica a causa di una malattia parassitaria causata dalle larve di una mosca carnivora. Si tratta del primo decesso umano attribuito a questa parassitosi segnalato in Costa Rica dagli anni ‘90. Ribattezzata “mosca assassina”, la Cochliomyia hominivorax, la mosca del verme del Nuovo Mondo, è una specie di mosca parassita ben nota per il modo in cui le sue larve mangiano i tessuti viventi degli animali a sangue caldo. Solitamente attaccano bestiame e animali domestici e raramente gli esseri umani.
“Normalmente la miasi (il nome della parassitosi, ndr) è una patologia benigna”, spiega Federico Gobbi, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria e professore associato all’Università di Brescia. “Di casi come questi abbiamo visti tantissimi e generalmente non è pericolosa per la vita. Per questo attendiamo maggiori notizie sul caso specifico di questa ragazza”, aggiunge.
Le mosche assassine sono riconoscibili in quanto hanno un corpo blu-verde e occhi arancioni. Sono circa il doppio di una normale mosca domestica, con una lunghezza di 8-10 mm. Queste mosche assassine tendono a deporre le uova su ferite, mucose o aree umide del corpo, comportandosi in modo molto diverso dalle comuni mosche domestiche. “Provocano delle lesioni cutanee e, una volta diagnosticata, la terapia è semplicemente quella dell’estrazione della larva”, sottolinea Gobbi.
“Nella stragrande maggioranza dei casi non ha mai dato nessun tipo di problema”, aggiunge. In effetti, come riferito dal ministero della Salute in Costa Rica in una nota, la donna deceduta aveva una serie di patologie croniche che hanno compromesso la sua guarigione. Il suo caso è stato il settimo confermato di infezione da larve di Cochliomyia hominivorax negli esseri umani in Costa Rica da quando il parassita è tornato nel paese nel 2023. Gli altri sei casi sono tutti guariti.
Nel nostro Paese possiamo stare tranquilli e quindi vanno evitati inutili allarmismi. “La mosca in questione – precisa l’esperto – non è presente in Italia e anche a chi viene a contatto con le larve nelle zone endemiche non succede nulla”. Per evitare problemi ci sono piccoli accorgimenti da seguire. “A chi viaggia in zone tropicali dove è presente questa mosca consigliamo di evitare che il vettore deponga uova – spiega Gobbi – e per farlo la cosa più importante è coprirsi”. Altro suggerimento è quello “di stirare i panni quando sono stati stesi all’esterno: il calore del ferro da stiro uccide le larve”, conclude l’esperto.
Valentina Arcovio