L’ultimo pasticcio legato alla pista da bob, contestata opera in corso di costruzione per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026, è costituita dai Fondi Comuni Confinanti, che secondo la Regione Veneto e le Province Autonome di Trento e Bolzano dovrebbero essere dirottati per coprire i costi di gestione nei prossimi vent’anni. Qualcosa come un milione e mezzo di euro all’anno (quindi in totale una trentina di milioni), anche se nessuno conosce per davvero quale sarà il fabbisogno di denaro per consentire l’attività delle discipline di bob, skeleton e slittino, praticate in Italia da un pugno di atleti. I Comuni della montagna però non ci stanno e durante un’assemblea che si è tenuta a Belluno (presenti 35 su 40 sindaci) hanno detto che quei soldi non si toccano. Per una buona ragione: la legge stabilisce che non possano essere usati per spese correnti, ma soltanto per investimenti legati al territorio montano e alle sue esigenze. Far funzionare una pista nel dopo-Olimpiadi, anche se l’impianto può interessare il Veneto, il Trentino Alto Adige e l’area Dolomitica, esula da questa eventualità.

L’assemblea si è tenuta dopo mesi di discussioni e ha affermato a stragrande maggioranza (seppur in assenza di un voto formale) che i fondi non possono essere distratti verso altri fini. Il pasticcio lo hanno combinato le istituzioni pubbliche, guidate dalla Regione Veneto. Quando a fine anno il Cio aveva sollevato dubbi sulla legacy, ovvero sull’eredità dei Giochi, la Regione si era affrettata a tirar fuori un accordo firmato con il Comune di Cortina e le amministrazioni di Trento e Bolzano ancora nel 2019. Era una dichiarazione d’impegno nella gestione comune della pista e nella partecipazione alle spese. Non erano indicate cifre, ma l’accordo – che è stato firmato e ripubblicato sul Bur lo scorso maggio – era chiaro. I soggetti interessati alla gestione sono la Regione Veneto, il Comune di Cortina, le due Province Autonome, la Federazione Italiana Sport Invernali, la Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici e Fondazione Cortina.

Peccato che avessero fatto i conti senza i sindaci, interessati alla gestione dei Fondi Comuni Confinanti con le Province autonome, appartenenti alle Regioni Veneto e Lombardia, oltre che alle province di Belluno e Sondrio. A presiedere il comitato di gestione è l’ex deputato bellunese Dario Bond, che nel 2018 fu eletto con Forza Italia, ma nel 2022 passò a Fratelli d’Italia. Era stato Bond a dare il via alla contestazione sull’impiego dei finanziamenti per la pista da bob. Alla luce delle critiche dei sindaci, la Regione (era presente il segretario generale della programmazione Maurizio Gasparin) ha ammesso che la decisione potrebbe essere rivista. Ma non si tratta di una decisione formalizzata, visto che non più tardi di due mesi fa il governatore Luca Zaia aveva detto: “I fondi saranno usati per la gestione del bob”. Ad incalzarlo era stata la consigliera Cristina Guarda, oggi europarlamentare con Alleanza Verdi Sinistra: “Il Fondo deve perseguire obiettivi di perequazione e solidarietà, che non sono certo individuabili in una pista da bob destinata ad essere utilizzata da pochissimi atleti dopo le Olimpiadi”. Il segretario provinciale del Pd, Alessandro del Bianco, aveva detto: “È una sorta di furto legalizzato ai danni del bellunesi”.

I concetti sono stati ripresi dai sindaci contestatori. Bond ha spiegato: “Mi aspettavo dalla Regione un atto di forza, un’imposizione, invece ha avuto l’umiltà di fare un passo indietro. Si è deciso di rivedere tutto a settembre. Il piano economico di Simico (l’ente che gestisce le infrastrutture dei Giochi Olimpici, ndr) non è ancora stato presentato e noi invece chiediamo di mettere nero su bianco quali saranno realmente i costi di manutenzione del sito”. In effetti, della spesa effettiva non si sa nulla, visto che un primo piano redatto da Simico nel dicembre 2022 riguardava il progetto di pista poi superato da quello in versione ridotta (ma dello stesso costo di 125 milioni di euro) voluto dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Il Comune di Cortina ha spiegato che gli introiti derivanti da un nuovo impianto di risalita per i Giochi potrebbero pagare la gestione della pista. La situazione rimane confusa e il segretario dem Del Bianco commenta: “Per il momento riscontriamo dei segnali positivi, ma non sappiamo se si tratta di un vero passo indietro. Per questo chiediamo che Regione e Comune di Cortina ritirino immediatamente l’accordo di programma”.

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