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“Online siamo attori che recitano in un film. Non mi vedete evitare di salire sulla bilancia perché ho mangiato come un animale per lo stress”: Benji si sfoga

Il cantautore affida ad Instagram una lunga riflessione tra vita reale e quella del Web

di F. Q.
“Online siamo attori che recitano in un film. Non mi vedete evitare di salire sulla bilancia perché ho mangiato come un animale per lo stress”: Benji si sfoga

È un anno davvero intenso questo per Benji dal matrimonio con Greta Cuoghi alla reunion con Fede, dopo quattro anni, culminata con il singolo “Musica Animale”. Sembrano lontani i tempi burrascosi dell’amore americano con Bella Thorne. Il cantautore ha pubblicato nelle stories del suo Instagram una lunga riflessione su cosa rappresentano i social rivelando anche aspetti non ancora conosciuti del suo privato. “Questo non è verità. Questo è intrattenimento. Ci raccontiamo la favola che i social network ci rendono più connessi, ma due o più esseri umani per essere realmente connessi devono essere onesti. – ha scritto – Non importa che sia su Instagram, TikTok, per messaggio o faccia a faccia finché non ci diremo tutta la verità allora saremo solo attori che recitano nel film della nostra vita. Mi vedere nelle foto online, foto selezionate, foto dei momenti più belli e dei posti più belli in cui sono stato”.

Poi entra nel privato: “Non mi vedete chiuso in casa con un attacco di panico in cui non riesci a respirare perché ho paura di perdere una persona, non mi vedete piangere al telefono quando chiamo un amico con cui ho litigato, non mi vedete evitare di salire sulla bilancia la mattina perché ho mangiato come un animale per lo stress e non voglio ammettere a me stesso per l’ennesima volta che il peso è aumentato quando tra poche settimane devo scattare delle foto importantissime per la mia carriera. Questo è intrattenimento vi faccio vedere gli highlights della mia ita e voi mi fate vedere i vostri. Siamo diventati tutti delle piccole televisioni chi ha 100 follower contati come chi he nah 500 milioni, abbiamo tutti la stessa mentalità e lo stesso pensiero”.

E ancora: “Non cambia niente se lo facciamo per fare bella impressione su colleghi o compagni o se lo facciamo er fare due soldi con un post pagato. È comunque pubblicità, tutta, se non altro ameno a noi stessi. Lo facciamo per colmare le nostre insicurezze, lo facciamo per soldi, lo facciamo per potere, lo facciamo perché ‘lo fanno tutti gli altri’. Lo facciamo a volte truccati e vestiti bene, a cercare la luce giusta per il selfie giusto, lo facciamo altre volte più ‘naturali’ fingendo che ‘hey, sono autentico’ perché ‘autentico?’ is the new figo. Almeno prima quando scrivevo queste cose nelle stories avevo la scusa che mi ero fatto di qualcosa”.

La conclusione è che “ora solo le 18:46 e ho appena mangiato una brioche all’albicocca e bevuto una spremuta, che scusa ho per far la solita figura del ‘pazzo’ sui social. E vi dirò, non sono neanche preso male perché le regole del gioco online sono queste, l’importante è saperlo. Non facciamo finta che questa qui ci sia la verità o c’è caso che le nuove generazioni ci credano veramente perfino più di noi. Domani vado in chiesa e poi vado in montagna a dare una camminata, se non cado in un tombino per le strade di Milano, preparatevi ai prossimi highlight della mia vita”.

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