Gino Cecchettin è rimasto in contatto con il padre di Filippo Turetta, l’assassino della figlia Giulia: “Mi ha scritto durante le feste”. Lo ha detto all’evento de la Terrazza della dolce vita di Rimini in riferimento all’intercettazione in carcere tra Filippo Turetta e suo padre. “In confronto al dolore per la morte di Giulia il resto è nulla per me. Alcune notizie vecchie non andavano divulgate, ma non sta a me giudicare l’operato di un altro papà e quindi non lo giudicherò”.

Parlando al Corriere, sempre in merito alle parole dette da Nicola Turetta al figlio in carcere (risalenti a questo inverno) ha aggiunto: “Quello che come società tutti noi, nessuno escluso, dovremmo fare è aiutare la famiglia Turetta. Questo dovrebbe essere il nostro dovere: aiutare un uomo che sta vivendo un momento di grande difficoltà, non accanirci contro di lui”. Tutti “si sono fatti un’opinione e hanno sentito il bisogno di esprimerla. Chi lo ha criticato come chi lo ha difeso. Io no, non entro nel merito, non giudico”. Inoltre “farle uscire a distanza di 9 mesi non ha avuto alcun senso, a mio avviso”

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