Money Muling. È questa la nuova truffa dell’estate incentrata su un articolato – quanto fraudolento – sistema di riciclaggio di denaro. Ne sono caduti vittima anche una ragazza italiana, Valentina, e il suo fidanzato, che nel giro di poco tempo hanno perso più di 3mila euro. L’inganno consiste principalmente nel trovare vittime, conquistare la loro fiducia e sottrargli ingenti somme di denaro. E ha lo scopo di trasferire i soldi tra più soggetti, così da disperdere qualsiasi traccia.
“Sembrava una cosa vera… mi mandava video con le istruzioni, mi diceva persino che sarei potuta andare alla Polizia se non mi fossi fidata”, riferisce la donna al Corriere della sera. È bastato un messaggio su Whatsapp da un numero con prefisso +27 (Sud Africa) per agganciare la vittima. Poi, il passaggio a Telegram, con nuovi truffatori pronti, come avvoltoi, a cimentarsi sulla preda. Anche perché la trappola è ben ingegnata ed essere ingannati è molto semplice. All’inizio, infatti, le vittime ricevono soldi veri (presumibilmente da altre vittime), ma poi i truffatori si fanno più insistenti. E chiedono sempre più soldi. Che, ovviamente, non verranno più sostituiti.
Nel caso di Valentina, però, la truffa ha subito qualche ‘miglioria’ tecnica. La ragazza, infatti, è stata invitata in un gruppo Telegram con il nome della società di produzione cinematografica MGM (all’oscuro di tutto, ovviamente). Lì, Valentina e il fidanzato sono stati contattati da un truffatore, che ha fatto pervenire loro un bonifico da 150 euro. Per ottenerli, la coppia doveva iscriversi a una piattaforma che, emulando i contenuti della MGM, gli mostrasse le commissioni maturate dai bonifici effettuati secondo le modalità indicate da “Fred”, chiamato anche “Il Professore”. Eppure, la ‘puzza’ di truffa era dietro l’angolo. Ma c’è un trucco, orchestrato proprio da “Il Professore” che avrebbe potuto fregare molte persone. L’uomo, infatti, inviava video con il suo volte reale, mentre parlava e compiva i gesti che Valentina gli chiedeva di fare. E una volta ottenuta la sua fiducia, “Fred” gli ha anche invitato il suo documento d’identità, invitandola a recarsi alla polizia se qualcosa non la convincesse.
Ma a questo punto comincia la vera truffa. Le commissioni tardano ad arrivare, Valentina s’insospettisce, le minacce dei truffatori aumentano. “Se questi ordini non vengono fatti, ci sono gli avvocati – spiega “Il Professore” -. Una volta che accetti il compito, devi portarlo al termine”. Una messinscena, certo, ma chi è convinto della legalità e della veridicità della vicenda, è normale che cominci a impaurirsi.
I bonifici, quindi, aumentano di numero e di portata. Per questo motivo, la banca attiva le procedure di antifrode, anche se ormai è troppo tardi. E nemmeno le vittime se la sentono di collaborare. “Le transizioni sono destinate ad un mio amico in Romania”, spiega Valentina su suggerimento di “Fred”. Ma i bonifici, in realtà, arrivano a conti lituani. La banca interrompe del tutto la truffa, bloccando i bonifici. Ma a quel punto Valentina ha già perso 3100 euro.
Nel frattempo, il truffatore si fa più insistente, chiede più denaro (circa 4000 mila euro) e al rifiuto della donna, s’infuria. Ed è lì che l’inganno si allarga, cosicché Valentina riceve una telefonata da un prefisso del Regno Unito (+44). Una donna al telefono le spiega che per riavere i soldi indietro bisogna scaricare un’applicazione, Blockchain.com. Ma ormai è tardi e Valentina, stufa, si reca alla polizia per denunciare l’accaduto.
I rischi della truffa sono molteplici. E non riguardano solo l’aspetto economico. L’Europol, infatti, spiega in una nota come avvengono queste truffa e quale può essere il rischio nel prendervi parte. Oltre a minacce e violenze se si rifiuta di proseguire con lo schema, la vittima potrebbe incorrere anche in sanzioni penali e gli istituti di credito potrebbero non elargire più mutui. “Si può scontare una pena detentiva“, spiega l’Europol, perché si potrebbe essere considerati complici per riciclaggio di denaro. La truffa, ormai, ha preso piede nel corso del tempo: la Polizia di Stato ha infatti identificato 879 money mules, contribuendo a prevenire frodi per oltre 6 milioni di euro in Italia.