Economia & Lobby

Il governo studia il blitz di agosto sulla tassa di soggiorno. Aumento fino a 25 euro ed estensione a tutti i comuni

Manovre in corso sulla tassa di soggiorno. Il governo lavora ad una norma che permetterebbe l’estensione a tutti i Comuni che vorranno applicarla (non solo ai capoluoghi o a quelli turistici o considerati città d’arte). Inoltre l’imposta potrebbe salire ed essere rimodulata. Si partirebbe da un importo fino a 5 euro, nel caso di costo del pernottamento inferiore a 100 euro, per salire fino ad un massimo di 25 euro al giorno negli alberghi di extralusso (oltre 750 euro a notte). Lo norma con le modifiche potrebbe essere già inserita in un decreto nel prossimo Consiglio dei ministri del 7 agosto.

È anche previsto che gli incassi vengano destinati non solo ad interventi nel settore del turismo ma anche a raccolta e smaltimento dei rifiuti. Nel 2023 l’imposta di soggiorno ha fruttato complessivamente 702 milioni di euro. Per i comuni più grandi, come Roma che applica un prelievo medio di 5,5 euro (10 euro nelle strutture di lusso), significa incassi superiori ai 100 milioni di euro l’anno.

Contrarie ad estensione ed aumenti le organizzazioni delle imprese turistiche. “C’è preoccupazione tra gli operatori di Confindustria Alberghi per le indiscrezioni di queste ore che vorrebbero in via di approvazione un nuovo testo sull’imposta di soggiorno nel prossimo Consiglio dei ministri. Sorprende che dopo mesi di dialogo proficuo e di confronto si proceda, invece, improvvisamente all’approvazione di un testo dove sembrerebbero venir meno alcuni dei capisaldi su cui si innestava la riforma in discussione”, dichiara la presidente Maria Carmela Colaiacovo. “Le imprese del turismo non condividono la proposta di aumentare ulteriormente l’imposta di soggiorno. Il settore, che è tra i primi a contribuire alla crescita del Pil e dell’occupazione, ha da poco rinnovato il Contratto collettivo nazionale di lavoro, sobbarcandosi un onere rilevante. L’obiettivo comune dev’essere quello di sostenerne la crescita, non di frenarla”, scrive Federalberghi.