Fuga dal Villaggio Olimpico. Decisioni drastiche ma necessarie che imbarazzano sempre più l’organizzazione delle Olimpiadi di Parigi 2024. “Non c’è l’aria condizionata, non si mangia bene e ci sono problemi col cibo: tutti stiamo vivendo le medesime situazioni e siamo nelle stesse condizioni”: le parole di Thomas Ceccon – al termine della semifinale nei 200 m dorso – si sono rivelate più attuali che mai. E se dormire sull’erba all’aria aperta è una soluzione a tutti problemi, significa che davvero qualcosa non sta andando. Diverse nazioni hanno preso alla lettera la sua denuncia agendo di conseguenza. Secondo quanto riportato da Eurohoops, infatti, le federazioni di Grecia, Serbia, Canada e Francia – seguendo l’esempio di Team Usa – hanno abbandonato i letti di cartone e il clima rovente della bolla di Saint-Denis per un più lussuoso hotel. Migliori condizioni possibili per potersi preparare alle prossime sfide. Il comfort del Villaggio Olimpico è un po’ come la sicurezza della Senna.
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L’esodo delle federazioni: dalla Gran Bretagna alla Grecia
“Saranno le Olimpiadi più verdi di sempre“, aveva promesso la sindaca di Parigi Anne Hidalgo. E invece, fino ad ora, è ricordata come l’Olimpiade delle polemiche. Le contraddizioni e le carenze non sono mai mancate, difficile però fare peggio di questa edizione. E a dirlo, sono proprio gli atleti. Il Villaggio Olimpico, considerato il fiore all’occhiello dei Giochi, è l’impianto più discusso e messo a dura prova dalle condizioni di disagio presenti. I primi a disertare le camere (e i letti di cartone) sono stati gli atleti della Gran Bretagna: da quel momento in poi, un effetto domino che è stato d’ispirazioni per altre nazioni. Serbia, Canada, la stessa Francia e la Grecia di basket. E ovviamente, anche Team Usa. Arrivati ai quarti di finale, ora è arrivato il momento di fare sul serio. E riuscire a dormire in condizioni ottimali, potrebbe aiutare. E non di poco.
Letti di cartone, cibo pessimo e aria condizionata inesistente
“Cibo scadente e scarso: troppo povero di pollo, carboidrati, uova; la carne, servita cruda”: le accuse della federazione britannica sono pesanti. La mensa non sta convincendo come sperato, e non è l’unica cosa che non va. Dell’aria condizionata nemmeno la parvenza. E i miseri ventilatori da 10 euro l’uno (testimoniati da un video del Presidente del Cio Thomas Bach) non possono essere una valida soluzione. La politica ambientale della capitale francese è chiara: dimezzare l’impronta di carbonio rispetto all’edizione di Londra 2012, eliminando qualsiasi condizionatore da tutte le stanze. Nonostante tutto, la Francia aveva comunque garantito la presenza di pannelli solari e tende ad alta prestazione, con impianti sotto il pavimento collegati alle centrali geotermiche in grado di prendere acqua fredda a 4° C da pozzi profondi 70 metri garantendo un abbassamento delle temperature di almeno sei gradi rispetto all’esterno. Per come stanno andando le cose, forse non l’opzione migliore: le federazioni hanno dovuto fare una richiesta scritta per potersi permettere un po’ di aria fresca. La squadra australiana, ad esempio, ha dovuto spendere 100mila euro per farsi installare dei condizionatori. E non è finita qui: a far sorridere sono i letti di cartone. “Perfetti” per diversi tipi di allenamento, non per dormire come hanno dimostrato i video sui social degli atleti. Sei giorni al termine delle Olimpiadi, ma le polemiche potrebbero non finire qui.