Secondo lo schema che si prefigura il nuovo amministratore delegato sarebbe Giampaolo Rossi mentre la carica di presidente andrebbe a Simona Agnes
Sembrano essere ancora in alto mare le nomine per il nuovo Cda della Rai. La maggioranza non avrebbe ancora trovato un’intesa sulla possibilità di procedere all’indicazione del nuovo board del servizio pubblico prima della pausa estiva. Giorgia Meloni di ritorno dai suoi impegni all’estero dovrebbe prendere in mano la situazione durante o dopo il Consiglio dei Ministri previsto per mercoledì. “Sui giornali si leggono tante robe, magari verrà fissato a breve”, ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, a margine del sopralluogo al cantiere delle opere di riqualificazione dell’Autodromo di Monza. Un incontro necessario tra il leader della Lega, la premier e Antonio Tajani.
Alcuni parlamentari di Forza Italia sussurrano che i tempi ormai “non siano più sufficienti” per il voto prima in Parlamento e poi in Vigilanza. L’accordo si fa più urgente anche perché il voto in commissione di Vigilanza per ratificare il presidente parla chiaro: ci vogliono i due terzi dei voti, il centrodestra ne ha solo 24 su 28 e le opposizioni si stanno compattando per disertare il voto.
Non piacerebbe agli Azzurri, neppure l’ipotesi di eleggere ora il Cda e a settembre andare in Commissione. Qualora l’accelerazione ci fosse le Camere sarebbero chiamate a votare entro la settimana quattro membri del Cda (due per ciascuna), ai quali si aggiungerebbero l’Amministratore Delegato e il Presidente indicati dal Mef e vagliati dal Cdm di mercoledì.
Secondo lo schema che si prefigura il nuovo amministratore delegato sarebbe l’attuale direttore generale Giampaolo Rossi (in quota Fratelli d’Italia), presidente Simona Agnes (in quota Forza Italia), due consiglieri di nomina parlamentare andrebbero a Fratelli d’Italia e Lega e altri due a Pd e Movimento 5 Stelle che confermerebbe l’uscente Alessandro Di Majo.
Il Carroccio sarebbe dunque escluso dai ruoli di vertice e ha già incassato il “no” alla sua richiesta di poter indicare il nuovo dg: funzione che potrebbe anche non essere assegnata ed è comunque di nomina fiduciaria dell’amministratore delegato. Ma l’intesa si potrebbe trovare su altre caselle, visto che alla Lega potrebbe far gola la direzione di un Tg o la direzione Approfondimento ora guidata da Paolo Corsini, vicino a Fratelli d’Italia.
Le opposizioni però sono sul piede di guerra, non sembrano disposti ad accordi in fretta e furia e i Democratici in particolare, per il momento, continuano a portare avanti la linea di non indicare alcun nome. Anzi smentiscono le indiscrezioni di stampa, che circolano da diverse settimane, su una loro presunta proposta di Antonio Di Bella come presidente di garanzia, per giungere a un accordo. Ipotesi destituita “di ogni fondamento di verità”, mette nero su bianco in una nota Partito Democratico, che invece “quotidianamente contrasta le scelte scellerate di un’azienda che continua a subire una pessima gestione da parte dei suoi vertici, che perde ascolti, che non garantisce ormai il diritto a una corretta informazione”. La segretaria Elly Schlein vuole una nuova riforma della governance della più importante azienda culturale del Paese”.
Intanto occhi puntati su mercoledì.