Le Olimpiadi, si sa, per uno sportivo sono la rincorsa per gli Oscar dello sport. Il momento massimo della competizione e del raggiungimento degli obbiettivi dopo anni, mesi e settimane di duro lavoro e sacrifici. Ma c’è anche qualche momento di svago? I nuotatori italiani hanno passato il tempo a giocare a carte, tanto da essere immortalati in mutande al villaggio olimpico, c’è poi chi – invece – preferisce sfogare le tensioni nel metodo più vecchio del mondo: il sesso.
Un dato. Quest’anno sono stati distribuiti dall’organizzazione agli atleti, appena arrivati, ben 300mila preservativi in tutto. Sebbene gli atleti non abbiano dormito bene, la colpa non è solo dei letti di cartone o dell’aria condizionata mancante. Il villaggio ha la fama di essere un posto per la festa il sesso e quest’anno, secondo Sky News, gli sportivi appendono i calzini alle maniglie delle porte come simbolo universale a significare “non disturbare”.
L’ex stella del salto in lungo Susen Tiedtke ha dichiarato a Bild: “Il sesso è sempre stato un ‘problema’ presente nel villaggio. Gli atleti sono al massimo della forma fisica alle Olimpiadi. Quando la competizione è finita, vogliono liberare la loro energia“.
A darle ragione anche Matthew Syed, ex stella del ping pong: “Mi chiedono spesso se il villaggio olimpico, – ha dichiarato al The Times – il vasto complesso di ristoranti e alloggi che ospita i migliori atleti del mondo per tutta la durata dei Giochi, sia la festa del sesso come si sussurra… Io rispondo sempre: sì ed è tutto giusto”.
E ancora: “Ho giocato i miei primi Giochi a Barcellona nel 1992 e ho fatto sesso più spesso in quelle due settimane e mezza che nel resto della mia vita fino a quel momento. Vale a dire due volte, il che potrebbe non sembrare molto, ma per uno studente universitario di 21 anni con i denti storti, è stato un piccolo miracolo. Barcellona era, per molti di noi vergini olimpiche, tanto una questione di sesso quanto di sport”.